Storia del Tartufo: Curiosità, Leggende e Segreti dei Tartufi Pregiati
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ToggleIl tartufo rappresenta un ingrediente affascinante, con radici che si estendono nella cultura e nella gastronomia italiana. Da sempre, il tartufo ha ispirato miti e leggende, diventando un simbolo di lusso e prestigio1. La sua storia è ricca di curiosità e segreti, dalla leggenda etrusca del fulmine di Giove alla classificazione scientifica di Vittorio Pico1.
Oggi, il Tartufo Bianco d’Alba è considerato un’eccellenza gastronomica mondiale. È apprezzato per il suo aroma unico e la sua rarità2.
Punti chiave
- Il tartufo è un ingrediente antico e prezioso della cultura e gastronomia italiana
- La storia del tartufo è ricca di leggende, miti e curiosità
- Il Tartufo Bianco d’Alba è considerato un’eccellenza gastronomica mondiale
- La ricerca del tartufo è un’attività antica, evoluta dall’uso dei maiali ai cani da tartufo
- Il tartufo è stato apprezzato e studiato sin dall’antichità, con trattati e classificazioni botaniche
1. Le origini mitologiche: il tartufo nella cultura antica
Il tartufo ha sempre suscitato mistero e leggende3. Secondo gli etruschi, nacque da un fulmine di Giove vicino a una quercia3. Questa storia, narrata anche da Giovenale, sottolinea che il tartufo non è solo un fungo. È una manifestazione di qualcosa di ultraterreno, più che una nascita3.
Il suo fascino ha generato miti e leggende, rendendolo un cibo degli dei con proprietà magiche.
La leggenda etrusca del fulmine di Giove
Secondo gli etruschi, il tartufo nacque da un fulmine di Giove vicino a una quercia3. Questo fulmine gli ha dato un’aura di mistero e connessione con il divino3. Giovenale ha narrato questa leggenda, enfatizzando che il tartufo non è solo un fungo. È una manifestazione di qualcosa di ultraterreno, non una nascita comune.
Le origini mitologiche hanno reso il tartufo un alimento magico, destinato agli dei e ai potenti3. Questa immagine ha influenzato la sua storia e diffusione, rendendolo un cibo di lusso e fascino sin dall’antichità3.
2. Storia del Tartufo: I primi ritrovamenti documentati in Italia
Le origini del tartufo in Italia risalgono all’antichità4. Il fungo ipogeo, appartenente al genere Tuber, è solo uno dei molti funghi simili che esistono4. Crescono vicino alle radici degli alberi e si diffondono tramite animali che mangiano funghi4. Esistono anche le terfezie, un tipo di tartufo del deserto, tipico delle aree desertiche del Mediterraneo4.
2.1 Il tartufo nella cucina dell’antica Roma
Le prime tracce dell’uso del tartufo in Italia risalgono all’epoca romana4. Gli antichi Romani lo apprezzavano molto in cucina4. Secondo Plinio il Vecchio, gli Etruschi erano i primi a usarlo in cucina4. Il “De re coquinaria” di Apicio menziona il tuber terrae, probabilmente non il tartufo bianco pregiato, ma la terfezia leonis4. Questo mostra che il tartufo era già conosciuto e apprezzato nell’antica Roma4.
“Questo prezioso fungo ipogeo era già molto apprezzato in cucina nell’antica Roma.”
Caratteristiche | Valore |
---|---|
Forma | Tondo, irregolare |
Colore | Marrone scuro |
Dimensioni | Variabili, da pochi centimetri a oltre 10 cm |
Odore | Intenso e penetrante |
Utilizzo | Cucina, condimento, medicina |
3. Il Medioevo: tra superstizione e proibizione
Nel Medioevo, il tartufo cadde in disgrazia e scomparve dalle mense. Fu visto come un “frutto del diavolo“5. Questa immagine negativa si deve probabilmente alla sua difficile reperibilità e alla sua natura di fungo ipogeo.
3.1 Il tartufo come “frutto del diavolo”
Il Rinascimento vide il tartufo riconquistare il suo posto d’onore sulle tavole aristocratiche. Fu apprezzato da Caterina de’ Medici e Lucrezia Borgia6. Nel 1564, il medico umbro Alfonso Ciccarelli pubblicò il primo trattato sul tartufo, segnando l’inizio di un nuovo interesse scientifico.
“Il tartufo era considerato un frutto maledetto, una creatura del maligno.”7
Nonostante la percezione negativa del Medioevo, il tartufo continuò ad essere apprezzato da alcuni. L’Opusculus de tuberis, un trattato del XIII secolo, descrive le sue proprietà e usi culinari.
4. Il Rinascimento: la riscoperta del diamante della cucina
Il Rinascimento vide il tartufo emergere come ingrediente di lusso. Le famiglie nobili, come i Medici e i Borgia, reintegrarono questo fungo nella loro dieta8. Ora, il tartufo era considerato una vera prelibatezza8.
Il naturalista Andrea Cesalpino fu il primo a classificare il tartufo come fungo. Questo contribuì a una maggiore comprensione scientifica del diamante della cucina8. Il tartufo divenne un simbolo di lusso, amato nelle corti europee8.
La regina Caterina de’ Medici aiutò a diffondere l’ammirazione per il tartufo in Francia. Questo contribuì alla sua fama internazionale8. Persone come Lucrezia Borgia amavano questo fungo, rendendolo un status symbol tra le classi nobili8.
“Il tartufo è uno dei più preziosi doni che la natura abbia mai creato.” – Bartolomeo Scappi, cuoco del Rinascimento
5. La nascita della cerca: dall’istinto alla tecnica
La ricerca del tartufo ha subito un’evoluzione affascinante nel tempo, passando dall’istinto animale a tecniche sempre più raffinate. Inizialmente, i trifulau si affidavano all’olfatto dei maiali per trovare i tartufi nascosti nel sottosuolo.
Con l’avvento dell’uso di cani addestrati, come il taboj delle Langhe e del Roero, la ricerca è diventata più efficace. Questi cani sfruttano il loro fiuto più sviluppato per individuare i tartufi9. Il Lagotto Romagnolo è l’unica razza specializzata nella ricerca del tartufo su qualsiasi tipo di terreno9. Questo legame tra uomo e cane è diventato fondamentale nella tradizione della cerca del tartufo.
Dai maiali ai cani: l’evoluzione della ricerca
9 Il Lagotto Romagnolo è passato da cane acquatico a tartufaio tra il 1840 e il 18909. Durante le due guerre mondiali, i Lagotti erano gli ausiliari canini preferiti dai tartufai romagnoli e dintorni9. L’interesse per l’iscrizione di cuccioli di Lagotto Romagnolo presso Kennel Club e enti canini è cresciuto notevolmente, raddoppiando in Italia da 545 cuccioli nel ’94 a quasi 900 nel 20029. Il Club Italiano Lagotto, fondato nel 1988, conta circa 300 soci in tutto il mondo.
10 Il legame tra uomo e cane ha origine circa 50.000 anni fa, come dimostrano le analisi del DNA mitocondriale10. Le ricerche moderne hanno confermato che alcune razze canine, come il Lagotto Romagnolo, mantengono caratteristiche fisiche e comportamentali simili ai cuccioli di lupo10. La classificazione delle razze canine in base ai “Stadi Neotenici” di Lorna e Raymond Coppinger include cinque stadi, dal neonato alla maturità psichica e fisica del lupo adolescente.
“La simbiosi tra l’uomo e il suo fedele compagno a quattro zampe è diventata parte integrante della tradizione della cerca del tartufo, tramandata di generazione in generazione.”
6. Il ‘700: il secolo d’oro del tartufo italiano
Il XVIII secolo è stato definito il “secolo d’oro” del tartufo italiano, in particolare del Tartufo Bianco d’Alba. In questo periodo, il tartufo piemontese era una vera prelibatezza presso le corti europee. Era tanto apprezzato da diventare un “divertimento di palazzo” per sovrani come Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III11.
Il trattato di Vittorio Pico e la classificazione dei tartufi
Nel 1780, venne pubblicato a Milano il primo libro sul Tartufo Bianco d’Alba. Questo libro, intitolato Tuber magnatum Pico, onorava il medico torinese Vittorio Pico per la sua classificazione. Questo testo fu fondamentale per lo studio scientifico del tartufo, aprendo la strada a future ricerche11.
Gli studi di Vittorio Pico contribuirono a consolidare la reputazione del tartufo italiano, specialmente in Piemonte. La pubblicazione di questo trattato segnò l’inizio di una nuova era nella classificazione dei tartufi. Gettò le basi per future analisi e approfondimenti11.
Secolo d’oro del tartufo italiano | Classificazione del tartufo | Importanza del tartufo piemontese |
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Il XVIII secolo è stato definito il “secolo d’oro” del tartufo italiano11. | Nel 1780, venne pubblicato il primo libro sul Tartufo Bianco d’Alba, classificato come Tuber magnatum Pico11. | Il tartufo piemontese era considerato una vera prelibatezza presso le corti europee, diventando un “divertimento di palazzo” per sovrani come Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III11. |
“Il tartufo piemontese era una vera e propria prelibatezza presso tutte le corti europee, tanto da diventare un vero e proprio ‘divertimento di palazzo’ per sovrani come Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III.”
7. I pionieri della tartuficoltura in Italia
La storia della tartuficoltura in Italia è ricca di tentativi di coltivazione del tartufo. Uno dei primi pionieri fu il conte di Borch. Egli condusse esperimenti di impianto di tartufi in Piemonte nella seconda metà del XVIII secolo12.
L’esperimento del conte di Borch in Piemonte
I primi tentativi di coltivazione del tartufo furono inizialmente poco soddisfacenti. Tuttavia, rappresentarono un importante passo verso la comprensione dei meccanismi di crescita e riproduzione del fungo ipogeo. I successivi studi e progressi hanno portato a significativi sviluppi per l’industria del tartufo italiano12.
Il conte di Borch fu tra i primi a sperimentare la coltivazione del tartufo in Italia. Nonostante i suoi esperimenti non fossero perfetti, il suo lavoro fu fondamentale per ulteriori sperimentazioni e progressi. Ha contribuito a comprendere meglio il ciclo di vita di questo prezioso fungo12.
“I primi esperimenti di tartuficoltura hanno aperto la strada a importanti scoperte e innovazioni che hanno permesso lo sviluppo di questa industria in Italia.”
8. Il tartufo bianco d’Alba: nascita di un mito
Il tartufo bianco d’Alba (Tuber magnatum Pico) è diventato uno dei prodotti più ricercati e leggendari a livello mondiale13. La sua rarità, la breve stagionalità (settembre-dicembre)14 e l’unicità del suo profilo aromatico, con oltre 120 profumi diversi14, ne fanno un’esperienza unica.
Giacomo Morra e la promozione internazionale
Giacomo Morra ha svolto un ruolo chiave nella promozione del Tartufo Bianco d’Alba a livello internazionale. Nel XX secolo, ha contribuito a farne una celebrità mondiale, simbolo dell’eccellenza culinaria italiana13. Ora, Alba e le sue fiere del tartufo attirano migliaia di appassionati e gourmet da tutto il mondo.
Caratteristiche del Tartufo Bianco d’Alba | Valore |
---|---|
Rarità | Elevata |
Stagionalità | Settembre – Dicembre |
Profilo aromatico | Oltre 120 diversi profumi |
“Il Tartufo Bianco d’Alba è diventato nel tempo uno dei prodotti gastronomici più pregiati e mitici al mondo.”
Il Tartufo Bianco d’Alba (Tuber magnatum Pico) è uno dei tartufi più rari e apprezzati al mondo. La sua stagionalità breve e il profilo aromatico unico e complesso ne fanno un’esperienza unica14. Giacomo Morra ha giocato un ruolo fondamentale nella sua promozione internazionale, contribuendo a farne una celebrità mondiale nel XX secolo13.
9. Leggi e regolamenti: la tutela del tartufo in Italia
Per proteggere il tartufo, l’Italia ha emanato numerosi provvedimenti legislativi e regolamentari15. La legge 752/1985 regola il commercio dei tartufi, trattando aspetti fondamentali come raccolta, lavorazione e vendita15. La raccolta è consentita solo in boschi e terreni non coltivati, escludendo fondi coltivati e tartufaie controllate15.
L’Editto di Carlo Emanuele III, datato XVIII secolo, è un esempio di tutela del tartufo. Regola la cerca notturna, una pratica ancora oggi viva in aree produttive16. La caccia richiede l’uso di strumenti specifici e il divieto di raccogliere tartufi immaturi16.
Le normative hanno salvaguardato il patrimonio tartuficolo italiano, proteggendo un prodotto di grande valore gastronomico e culturale15. Le aziende agricole possono formare consorzi per la difesa del tartufo. I raccoglitori devono superare un esame di idoneità e avere almeno 14 anni15.
La lavorazione del tartufo è consentita solo a enti specifici, come ditte iscritte alla camera di commercio e cooperative di conservazione. Devono garantire la distinzione per specie, la salubrità e l’assenza di impurità15. Queste regole proteggono l’integrità e la qualità del tartufo italiano, preservando la sua tradizione e reputazione internazionale16.
10. Le grandi dinastie di tartufai: storie di famiglie e segreti
Le grandi famiglie di tartufai sono fondamentali nella storia del tartufo italiano. Per generazioni, hanno tramandato l’arte e i segreti della ricerca di questo fungo. I Savini, originari della Toscana, sono un esempio perfetto. Hanno passato quattro generazioni di esperienza e conoscenza del territorio17.
Le storie di queste famiglie hanno arricchito la cultura e le tradizioni del tartufo. Mantengono viva l’importanza del legame tra uomo, natura e territorio17.
I Savini in Toscana: quattro generazioni di cercatori
I Savini sono una delle più note dinastie di tartufai in Italia. La loro esperienza nella ricerca del tartufo dura da secoli. Originari della Toscana, hanno sviluppato una profonda conoscenza del territorio e delle tecniche di ricerca17.
- La storia dei Savini inizia nel XIX secolo, quando la famiglia si dedica alla ricerca e alla vendita dei tartufi bianchi d’Alba.
- Negli anni ’50 del Novecento, Attilio Savini porta avanti la tradizione familiare, trasmettendo la sua passione e le sue conoscenze ai figli.
- I successori di Attilio, come il figlio Maurizio, hanno continuato a valorizzare e a preservare il patrimonio di saperi legati alla cerca del tartufo, tramandando l’arte della tartuficoltura di generazione in generazione.
- Oggi, la quarta generazione dei Savini è impegnata nella ricerca e nella promozione di questo prodotto simbolo della gastronomia toscana, unendo tradizione e innovazione.
Le storie di famiglie come i Savini sono un prezioso patrimonio per la cultura e la tradizione tartufica italiana. Mostrano come l’esperienza e la conoscenza tramandate possano contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione del tartufo17.
Autore | Titolo | Anno | Edizioni |
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Pier de’ Crescenzi | Ruralium commodorum libri XII | 1305 | 109 (manoscritti), prima edizione a stampa nel 147117 |
Agostino Gallo | Dieci giornate dell’agricoltura e de’ piaceri della villa | 1564 | 12 edizioni nel XVI secolo (9 a Venezia, 2 a Torino, 1 a Brescia)17 |
Agostino Gallo | Le vinti giornate dell’agricoltura | 1569 | Base per tutte le edizioni successive, contribuendo a una vicenda editoriale rilevante in Italia17 |
Andrea Bacci | De naturali vinorum historia | 1596 | Suddivisa in sette libri dedicati alla vite e al vino con uno scrupoloso metodo scientifico17 |
Agostino Gallo | Le vinti giornate dell’agricoltura | 1569 | Introduce il tema della produzione e del consumo dei vini frizzanti, anticipando argomenti successivamente trattati da Girolamo Conforti e Giovan Battista Croce17 |
Sante Lancerio | – | – | Descrive “53 vini giudicati” dal papa Paolo III Farnese e dal bottigliere stesso, evidenziando una suddivisione sociale tra vini per “signori” e per “famigli”17 |
“Queste storie di famiglie che si sono dedicate per decenni alla cerca del tartufo hanno contribuito a preservare e arricchire la cultura e le tradizioni legate a questo simbolo gastronomico italiano, mantenendo vivo il legame tra uomo, natura e territorio.”
11. Il tartufo nella letteratura e nell’arte italiana
Il tartufo ha ispirato opere letterarie e artistiche grazie al suo fascino e rilevanza nella cultura italiana. Nel XVII secolo, il tartufo divenne un tema ricorrente nelle nature morte. Questi dipinti, realizzati da artisti come il Caravaggio e il Baschenis, immortalano le prelibatezze della tavola18.
Queste opere mostrano come il tartufo sia diventato un simbolo della tradizione italiana. Rendendolo protagonista di composizioni raffinate, evidenzia la sua importanza nella cultura italiana18.
Il tartufo ha anche ispirato opere letterarie, come la commedia “Tartuffo o l’Impostore” di Molière. Questa pièce, andata in scena nel 1664 a Versailles, racconta di personaggi che si trovano in situazioni sociali complesse18.
Il tartufo ha anche influenzato il mondo letterario, diventando protagonista di storie e opere. Un esempio è il libro “Il Tartufo” di Piergiorgio Frassati, edito nel 2007, che ha ricevuto una valutazione media di 4,4 su 5 stelle19.
Il tartufo è diventato un simbolo della cultura italiana, ispirando artisti e scrittori di ogni epoca20. È stato definito il “Mozart dei funghi” e l'”Araba fenice della gastronomia internazionale”, dimostrando il suo fascino e mistero20.
“Il tartufo è considerato uno degli alimenti più costosi al mondo e il più seduttivo profumo del mondo.”20
12. Tartufo e gastronomia: l’evoluzione delle ricette storiche
Il tartufo ha rivestito un ruolo chiave nell’evoluzione della gastronomia italiana. Ha ispirato numerose ricette e piatti iconici. Già nel XV secolo, il “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino, uno dei primi trattati di cucina, includeva preparazioni a base di tartufo21. Da allora, la sua presenza in cucina si è fatta sempre più marcata, dando vita a interpretazioni sempre più raffinate e innovative.
Il tartufo si è adattato ai cambiamenti della cucina, mantenendo il suo status di ingrediente di eccellenza. Oggi, esso rappresenta una delle massime espressioni della creatività e dell’abilità degli chef italiani.
Dal “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino al presente
Il “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino, un trattato del XV secolo, includeva ricette a base di tartufo22. Questo ingrediente ha sempre svolto un ruolo di primo piano nell’evoluzione della cucina italiana, ispirando cuochi e chef per generazioni.
Il tartufo ha saputo reinventarsi, adattandosi ai gusti e alle tendenze del momento. Da ricette tradizionali a creazioni sperimentali, questo ingrediente ha mantenuto il suo fascino e la sua unicità23.
“Il tartufo rappresenta una delle massime espressioni della creatività e dell’abilità degli chef italiani.”
Da riscoperte rinascimentali all’avanguardia culinaria odierna, il tartufo ha sempre svolto un ruolo di primo piano. È diventato un simbolo dell’eccellenza gastronomica del Paese212322.
13. I record nella storia: i tartufi più grandi e costosi
Nella storia del tartufo, ci sono stati esemplari eccezionali per dimensioni e valore. Nel 2007, il miglior tartufo bianco battuto all’asta pesava 750 grammi e fu venduto per 143 mila euro24. Questo record è stato superato solo in poche occasioni, come nel gennaio 2019 quando un tonno da 278 chilogrammi fu acquistato per 2,6 milioni di euro24.
Alcuni tartufi hanno raggiunto prezzi record. Ad esempio, una bottiglia di Borgogna Romanée-Conti del 1945 fu venduta nel 2018 per 558 mila euro24. Un’altra bottiglia di whisky, The Macallan 1926, raggiunse gli 843 mila dollari24. Il caviale da storione albino può costare fino a 200 mila euro al chilogrammo24.
Il bulbo del tulipano Semper Augustus detiene il primato di pregio tra i prodotti alimentari italiani. Nel 1637, fu venduto a 2.500 fiorini, dieci volte il salario annuo di un artigiano specializzato24. Questi record evidenziano la rarità e il valore inestimabile di alcuni tartufi e prodotti alimentari di alta qualità.
FAQ
Quali sono le origini mitologiche del tartufo?
Secondo la leggenda etrusca, il tartufo nacque da un fulmine di Giove vicino a una quercia. Questa storia, narrata anche da Giovenale, sottolinea l’idea che il tartufo sia più che un semplice fungo. È una manifestazione di qualcosa di ultraterreno.
Quando sono state ritrovate le prime testimonianze sull’utilizzo del tartufo in Italia?
Le prime tracce dell’uso del tartufo in Italia risalgono all’epoca romana. Era già apprezzato in cucina. Plinio il Vecchio scrisse che gli antichi Romani lo avevano imparato dagli Etruschi.
Cosa accadde al tartufo durante il Medioevo?
Nel Medioevo, il tartufo cadde in disgrazia e scomparve dalle tavole. Era visto come “frutto del diavolo”. La sua difficile reperibilità e la sua natura ipogea lo rendevano estraneo al mondo vegetale e animale.
Come il Rinascimento ha influenzato la riscoperta del tartufo?
Il Rinascimento portò la riscoperta del tartufo come ingrediente pregiato. Le famiglie nobili, come i Medici e i Borgia, lo reintrodussero nelle loro tavole. Andrea Cesalpino classificò il tartufo tra i funghi, aprendo la strada a una maggiore conoscenza scientifica.
Come è evoluta la tecnica di ricerca del tartufo nel corso dei secoli?
Inizialmente, i cercatori usavano i maiali per trovare il tartufo. Poi, l’uso di cani addestrati, come il “taboj”, migliorò la ricerca. Questi cani sfruttano il loro fiuto per individuare i funghi.
Perché il XVIII secolo è stato definito il “secolo d’oro” del tartufo italiano?
Nel XVIII secolo, il tartufo piemontese era amato in tutta Europa. Era considerato una prelibatezza per sovrani come Vittorio Amedeo II. Nel 1780, il libro sul Tartufo Bianco d’Alba fu pubblicato a Milano, onorando il medico torinese che lo aveva classificato.
Quali sono stati i primi tentativi di coltivazione del tartufo?
Il conte di Borch tentò di coltivare il tartufo in Piemonte nella seconda metà del XVIII secolo. I suoi esperimenti furono un passo avanti nella comprensione della crescita del tartufo.
Perché il Tartufo Bianco d’Alba è diventato uno dei prodotti gastronomici più pregiati al mondo?
Il Tartufo Bianco d’Alba è famoso per la sua rarità e brevissima stagionalità. Ha un profilo aromatico unico, con oltre 120 profumi diversi.
Come sono state regolamentate nel corso della storia le attività di raccolta del tartufo in Italia?
Carlo Emanuele III emise un editto nel XVIII secolo per regolamentare la raccolta del tartufo. Questa tradizione è ancora viva oggi, tramandata dai cercatori di tartufi.
Quali sono alcune delle grandi famiglie di “tartufai” che hanno contribuito alla storia del tartufo italiano?
Le famiglie di “tartufai” come i Savini hanno giocato un ruolo chiave nella storia del tartufo. La loro esperienza e conoscenza del territorio sono state tramandate per generazioni.
In che modo il tartufo ha ispirato opere letterarie e artistiche in Italia?
Nel XVII secolo, il tartufo divenne un soggetto comune nelle nature morte. Artisti come Caravaggio e Baschenis lo immortalarono insieme ad altri prodotti tipici, creando opere raffinate.
Qual è stato il ruolo del tartufo nell’evoluzione della gastronomia italiana?
Il tartufo è apparso nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino nel XV secolo. Da allora, è diventato un ingrediente fondamentale, adattandosi ai cambiamenti della cucina italiana.
Link alle fonti
- Le leggende sul tartufo – https://www.tartufimorra.com/blogs/alba-e-tartufo/leggende-del-tartufo
- Il tartufo tra storia e leggenda – https://langhe.net/693/tartufo-storia-leggenda/
- Tartufi Nacci 2024 e l’affascinante caccia al tartufo – https://www.papillae.it/tartufi-nacci-laffascinante-al-caccia-tartufo/
- Tartufo – Tuber – amaperbene.it – https://www.amaperbene.it/tartufo-tuber/
- PDF – http://www.nilalienum.it/Sezioni/Antipsichiatria/Foucault/FoucSFEC.pdf
- PDF – https://www.fondowalterbinni.it/biblioteca/20-Antologia-02_416 pag.pdf
- Celebrazione del Natale per Stato – https://it.wikipedia.org/wiki/Celebrazione_del_Natale_per_Stato
- No title found – https://www.tecnicoprofessionalespoleto.edu.it/progetti/tartufo/storia.html
- La storia – Club Italiano Lagotto – https://www.lagottoromagnolo.org/?page_id=62
- ORIGINE DELLE RAZZE – DobreDog – https://www.dobredog.it/origine-delle-razze-canine/
- Microsoft Word – Parte_settima_capitolo_4 – https://www.liceoluciopiccolo.edu.it/e-teacher/italiano/Parte_settima.pdf
- Vino, tartufi, funghi, olio e la magia del foliage d’autunno negli eventi del Ponte di Ognissanti – https://winenews.it/it/vino-tartufi-funghi-olio-e-la-magia-del-foliage-dautunno-negli-eventi-del-ponte-di-ognissanti_509693/
- Gamespace Urbanism: City-Building Games and Radical Simulations – Failed Architecture – https://failedarchitecture.com/gamespace-urbanism-city-building-games-and-radical-simulations/?f=fai601c75405-fgxmzd
- Come nasce il tartufo: alle origini del mito – Versilfood – https://www.versilfood.com/come-nasce-il-tartufo-alle-origini-del-mito/
- Tartufi legge italiana – Ermenegildo Mario Appiano – https://www.appiano.info/tartufi-legge-italiana/
- Tartufo: la guida completa – L’appetito vien leggendo – https://l-appetito-vien-leggendo.com/2022/09/guida-tartufo-italia-centrale-tipologie-tartufo-evitare-truffe.html
- Storica – vinoestoria – https://vinoestoria.wordpress.com/category/storica/
- Il Tartuffo – https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Tartuffo
- Tartufomania. Il tartufo in letteratura, arte, cinema e… cucina : Berardo, Cetta: Amazon.pl: Książki – https://www.amazon.pl/Tartufomania-tartufo-letteratura-cinema-cucina/dp/8895177223
- Marco Maovaz – Sonia Merli, “Truffle/Truffe. Il Tartufo: una storia di grandi passioni”, Perugia, Fabrizio Fabbri, 2022. – https://www.academia.edu/101580502/Marco_Maovaz_Sonia_Merli_Truffle_Truffe_Il_Tartufo_una_storia_di_grandi_passioni_Perugia_Fabrizio_Fabbri_2022?f_ri=94310
- L'”intelligenza naturale” al centro della 94ª Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba – ATNews.it – https://www.atnews.it/2024/07/lintelligenza-naturale-al-centro-della-94a-fiera-internazionale-del-tartufo-bianco-dalba-237797/
- “Piccola storia dei Tajarìn- Viaggio affettuoso di un piatto povero diventato ricco”: il nuovo saggio di Luciano Bertello, edito da Slow Food Editore – https://www.identitagolose.it/sito/it/118/30932/in-libreria/piccola-storia-dei-tajarin-viaggio-affettuoso-di-un-piatto-povero-diventato-ricco-il-nuovo-saggio-di-luciano-bertello-edito-da-slow-food-editore.html
- untitled – https://www.ascoliconfagricoltura.it/assets/Alla-scoperta-del-tartufo1.pdf
- non di solo pane vive l’uomo – i cibi più costosi della storia: dal tonno al tartufo fino a… – https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/non-solo-pane-vive-rsquo-uomo-ndash-attesa-dell-39-asta-249564.htm?upwithpatriots=true