Produzione Olio EVO in 8 Fasi: Dal Frantoio alla Tua Tavola – Il Viaggio dell’Oro Verde Italiano

Scopri le 8 fasi della produzione olio EVO, dall'arrivo delle olive al frantoio fino all'imbottigliamento. Un viaggio nel cuore dell'eccellenza olearia italiana.

produzione olio

L’olio extravergine di oliva è uno dei pilastri della dieta mediterranea e un simbolo dell’eccellenza agroalimentare italiana. Ma come avviene la produzione di questo prezioso alimento? Quali sono le fasi della lavorazione che trasformano una semplice oliva nell'”oro verde”? Il ciclo di lavorazione per ottenere un olio EVO di alta qualità è un sofisticato processo che combina tradizione, tecnologia e una profonda conoscenza della materia prima. Dalla raccolta delle olive al momento giusto fino all’arrivo nel frantoio, passando per lavaggio, molitura, gramolatura, estrazione e conservazione, ogni fase del processo è cruciale. Questa guida si propone di illustrare le 7 fasi (o più, a seconda di come si dettaglia il ciclo produttivo) fondamentali della produzione dell’olio extravergine di oliva, svelando i segreti dell’olio e le tecniche utilizzate per ottenere un olio di qualità. Un viaggio affascinante per comprendere appieno il percorso dell’oliva dalla pianta alla nostra tavola e apprezzare ancora di più il valore

L’Italia, come sappiamo, è un paese a forte vocazione olivicola, leader mondiale per numero di cultivar di olivo (oltre 500 varietà registrate)[4]. La maggior parte di queste olive non è destinata al consumo diretto come oliva da tavola, ma alla produzione di olio extravergine di oliva[3, 1]. Le principali cultivar italiane per produrre olio includono eccellenze come Leccino, Nocellara del Belice, Taggiasca, Coratina e Frantoio[1, 5]. Un albero di olivo in piena produzione può dare dai 30 ai 60 kg di olive all’anno[6], ma la resa in olio è variabile: mediamente, occorrono circa 7 kg di olive per ottenere un litro di olio extravergine[1, 7].

Il momento della raccolta delle olive è determinante: avviene all’inizio del naturale processo di maturazione (invaiatura), quando l’oliva inizia a cambiare colore dal verde al violaceo-nero, fase in cui si concentra il massimo potenziale aromatico e polifenolico[1, 7]. I metodi di raccolta tradizionali (brucatura manuale) o agevolati (con rastrelli o scuotitori vibranti) mirano a preservare l’integrità del frutto, passaggio fondamentale per la qualità dell’olio extravergine[1, 8]. Il colore dell’oliva cambia durante l’invaiatura a causa della degradazione della clorofilla e della sintesi di antociani[1, 9].

Punti Chiave

  • L’Italia vanta oltre 500 varietà di olive da olio, con cultivar rinomate come Leccino, Coratina, Taggiasca.
  • La raccolta delle olive avviene all’invaiatura (cambio colore oliva) per massimizzare la qualità dell’olio.
  • Metodi di raccolta manuali o meccanici preservano l’integrità dell’oliva.
  • Servono circa 7 kg di olive per produrre 1 litro di olio extravergine.
  • La cultivar influenza resa e caratteristiche

1. La raccolta delle olive: il primo passo verso l’eccellenza

olive raccolte

La raccolta delle olive è la prima, fondamentale fase della produzione dell’olio extravergine di oliva, un momento cruciale che incide profondamente sulla qualità finale del prodotto[2, 21]. Generalmente avviene tra ottobre e dicembre, ma il periodo esatto varia in base alla cultivar, alla zona geografica e all’andamento climatico dell’annata[2, 21]. L’obiettivo è cogliere l’oliva nel momento ottimale di maturazione (invaiatura) per ottenere un olio di qualità superiore[21].

1.1 Metodi di raccolta tradizionali in Toscana

In regioni come la Toscana, forte di una lunga tradizione olivicola, si prediligono ancora metodi di raccolta tradizionali che garantiscono la massima cura del frutto[22]. La “brucatura”, ovvero la raccolta manuale dell’oliva direttamente dalla pianta, è la tecnica più delicata: permette di selezionare i frutti migliori, evitando ammaccature o danni che potrebbero innescare processi fermentativi e compromettere le caratteristiche organolettiche dell’olio extravergine[23, 24]. Sebbene più lenta e costosa in termini di manodopera, la raccolta manuale è considerata ideale per produrre olio di altissima gamma. È fondamentale che le olive raccolte vengano lavorate entro pochissime ore (idealmente 12-24) per preservarne la freschezza[2, 25].

1.2 Innovazioni tecnologiche nella raccolta in Puglia

In altre regioni a grande vocazione olivicola come la Puglia, dove le estensioni degli oliveti sono maggiori e i costi di produzione più pressanti, si stanno diffondendo tecniche di raccolta meccanizzata o semi-meccanizzata[26]. L’uso di scuotitori meccanici applicati al tronco o ai rami, o di agevolatori pneumatici o elettrici (pettini vibranti), permette di accelerare notevolmente i tempi della raccolta delle olive e di ridurre il fabbisogno di manodopera[27]. Se ben utilizzate, queste tecnologie possono comunque garantire una buona qualità delle olive raccolte, specialmente se abbinate all’uso di reti poste sotto gli alberi per evitare il contatto dei frutti con il terreno[28]. La scelta del metodo di raccolta dipende quindi da un bilanciamento tra tradizione, qualità desiderata ed esigenze economiche, ma la tempestività rimane un fattore chiave in tutte le fasi[2, 29, 30].

RegioneMetodo di raccolta (prevalente)VantaggiSvantaggi
ToscanaBrucatura manualeMassima integrità oliva, alta qualità olioTempi lunghi, alti costi manodopera
PugliaMeccanizzata (es. scuotitori)Rapidità, riduzione costi manodoperaPotenziale maggior danno alle olive

[31]

La raccolta delle olive è dunque il preludio essenziale al corretto processo di produzione dell’olio extravergine di oliva, un passaggio che richiede attenzione e cura per esprimere al meglio il potenziale del territorio e della cultivar[2, 32].

2. Il trasporto al frantoio: una corsa contro il tempo

Trasporto olive

Una volta completata la raccolta delle olive, inizia una vera e propria corsa contro il tempo: le olive devono essere trasportate in frantoio il più rapidamente possibile per iniziare la lavorazione delle olive[38]. Il tempo che intercorre tra la raccolta e la molitura è un fattore critico che influenza direttamente la qualità finale dell’olio: più breve è questo intervallo, minori sono i rischi di alterazioni indesiderate a carico del frutto[3, 39]. Idealmente, le olive dovrebbero arrivare al frantoio e essere lavorate entro 6-12 ore dalla raccolta, e comunque mai oltre le 24-48 ore[39].

2.1 L’importanza della rapidità per preservare la qualità

Durante il trasporto e l’eventuale sosta prima della lavorazione, le olive, essendo frutti vivi, continuano a respirare e possono andare incontro a fenomeni di fermentazione anaerobica (in assenza di ossigeno, specialmente se ammassate in grandi sacchi o contenitori non aerati) o all’attacco di muffe e batteri[3, 39]. Questi processi degradativi portano alla formazione di difetti organolettici nell’olio (riscaldo, muffa, avvinato) e all’aumento dell’acidità libera, compromettendo la classificazione come extravergine di oliva[3, 39]. Per questo, i produttori di olio di qualità curano meticolosamente la logistica: le olive vengono generalmente trasportate in cassette forate di piccole dimensioni (per garantire l’aerazione) e lavorate nel frantoio in tempi brevissimi[3, 39]. L’efficienza della rete logistica e la vicinanza del frantoio all’oliveto sono fattori importanti[3, 39].

Fattori chiave per il trasporto dell’olivaImpatto sulla qualità dell’olio
Rapidità del trasportoRiduce tempi attesa pre-frangitura
Contenitori aerati (es. cassette forate)Evita fermentazioni/riscaldo
Vicinanza del frantoioMinimizza tempi trasporto/attesa
Qualità oliva alla raccoltaBase per un ottimo olio

[40]

Il trasporto rapido e accurato dell’oliva al frantoio è quindi un anello fondamentale della catena produttiva per preservare le caratteristiche organolettiche uniche dell’olio extravergine di oliva[3, 41]. Il successo globale dell’olio extravergine di oliva, richiesto anche in mercati lontani, sottolinea l’importanza di ogni fase del processo produttivo, a partire da questa[4, 5, 42].

3. La defoliazione e il lavaggio: pulizia e preparazione

Defoliazione delle olive

Una volta giunte al frantoio, le olive devono essere preparate per le successive fasi della lavorazione. I primi passaggi sono la defogliazione e il lavaggio, operazioni fondamentali per garantire la pulizia della materia prima ed evitare che elementi estranei compromettano la qualità dell’olio[47]. Questa fase di lavorazione è essenziale.

La defogliazione consiste nell’eliminare foglie, rametti, terra e altre impurità che possono essere state raccolte insieme alle olive[48]. Questa operazione viene solitamente effettuata tramite macchinari specifici (defogliatori) che utilizzano flussi d’aria per separare gli elementi leggeri (foglie) dai frutti. Successivamente, le olive vengono sottoposte a un accurato lavaggio con acqua potabile per rimuovere eventuali residui di terra, polvere o trattamenti fitosanitari[49]. È importante che l’acqua del lavaggio sia pulita e che il processo sia rapido per non alterare l’oliva.

Tecniche di defoliazione in Umbria

In regioni come l’Umbria, rinomate per la produzione di olio evo di alta qualità, si pone particolare attenzione a questa fase[50]. Alcuni produttori preferiscono ancora metodi di defogliazione manuale o semi-manuale per garantire una pulizia meticolosa senza danneggiare le olive, specialmente se destinate a produrre olio extravergine di particolare pregio[7, 51]. La territorialità e la cura artigianale sono valori importanti per molte aziende umbre[6, 52]. Una defogliazione e un lavaggio accurati sono essenziali per ottenere un olio extravergine di oliva privo di difetti (come il sapore di foglia o di terra) e con le migliori caratteristiche organolettiche[53]. Anche la tecnologia moderna offre defogliatori e lavatrici molto efficienti, utilizzati nella maggior parte dei frantoi.

Tecnica di PuliziaRegione (Esempio)VantaggiSvantaggi (Potenziali)
Defoliazione ManualeUmbriaPulizia accurata, nessun danno all’oliva, preserva organoletticoTempi lunghi, costi elevati
Defoliazione MeccanizzataPugliaMaggiore efficienza, riduzione tempiPossibile lieve danno all’oliva

[55]

Sebbene in altre regioni si utilizzino tecniche meccanizzate più efficienti, l’obiettivo comune rimane quello di preparare al meglio le olive per le successive fasi della produzione[7, 56, 57].

“La defoliazione e il lavaggio sono passaggi essenziali per ottenere un olio extravergine di oliva di alta qualità, con le migliori caratteristiche organolettiche e privo di difetti.”[58]

4. La frangitura: il cuore della produzione

frantoi olive

La frangitura (o molitura) è il vero cuore del processo di produzione dell’olio, il momento in cui l’oliva viene letteralmente frantumata per liberare l’olio contenuto nelle sue cellule[63]. Questa operazione meccanica trasforma le olive intere in una pasta di olive omogenea, composta da olio, acqua di vegetazione e parti solide (frammenti di nocciolo e polpa)[63]. La scelta del metodo e dello strumento di frangitura è cruciale, poiché influenza direttamente la resa in olio e, soprattutto, le caratteristiche qualitative e organolettiche del prodotto finale[8, 64, 65].

4.1 Frantoi a macine di pietra in Liguria

Il metodo più antico e tradizionale di molitura è quello che utilizza le macine in pietra: grandi ruote di granito che ruotano lentamente schiacciando le olive[8, 66]. Questo sistema, ancora utilizzato in alcuni frantoi specialmente in regioni come la Liguria per produzioni di nicchia, effettua una rottura più dolce delle cellule dell’oliva. Se da un lato può portare a una resa in olio leggermente inferiore e richiede tempi più lunghi, dall’altro tende a produrre un olio meno amaro e piccante, più dolce e delicato, preservando alcuni composti aromatici[9, 66, 67, 68]. Tuttavia, presenta maggiori rischi di ossidazione se la pasta di olive non viene lavorata rapidamente e richiede grande pulizia delle macine.

4.2 Moderni frantoi a martelli in Sicilia

Oggi, la maggior parte dei frantoi moderni utilizza sistemi di frangitura meccanica più rapidi ed efficienti, come i frangitori a martelli (o frangitore a martelli), a dischi o a coltelli[9, 69, 70]. Questi sistemi rompono le olive tramite urti violenti ad alta velocità[9, 70]. Questo metodo garantisce una lavorazione continua, maggiore rapidità ed elevati standard igienici, ma tende a emulsionare maggiormente olio e acqua e può generare un leggero aumento della temperatura. L’azione più energica favorisce l’estrazione dei polifenoli (responsabili di amaro e piccante) e attiva enzimi che possono influenzare il profilo aromatico dell’olio (spesso più erbaceo e fruttato), ma se non ben gestita può portare a una qualità organolettica leggermente inferiore rispetto alle macine in pietra ben condotte[9, 70].

“La scelta del sistema di frangitura è fondamentale per ottenere un olio extravergine dal gusto e dalle proprietà ottimali.”[71]

CaratteristicheFrantoi a Macine in PietraFrantoi a Martelli (Moderni)
ResaGeneralmente inferioreMaggiore
Gusto (organolettico)Meno piccante e amaro, più dolcePiù fruttato, amaro, piccante
Qualità organoletticaPotenzialmente migliore (se ben gestito)Buona/Ottima (ma rischio ossidazione)
Tempi/EfficienzaLento, discontinuoRapido, continuo

[72]

5. La gramolatura: l’arte di mescolare la pasta d’oliva

Gramolatura

Dopo la frangitura o molitura, la pasta di olive ottenuta passa a una fase di lavorazione tanto delicata quanto fondamentale: la gramolatura[77]. Questa operazione consiste in un lento e continuo rimescolamento della pasta di olive all’interno di vasche di acciaio inox (le gramole), mantenendo la temperatura rigorosamente controllata[77, 78]. Lo scopo della gramolatura è rompere le emulsioni tra olio e acqua formatesi durante la frangitura e favorire l’aggregazione delle piccole gocce di olio in gocce più grandi, che potranno poi essere separate più facilmente nella fase successiva di estrazione[78]. È una fase del processo produttivo cruciale per la resa in olio e per la qualità finale dell’olio extravergine di oliva[79].

Il controllo della temperatura nella gramolatura

La gramolatura dura solitamente dai 20 ai 40 minuti (in media 30 minuti); tempi più lunghi possono aumentare leggermente la resa ma rischiano di esporre eccessivamente la pasta di olive all’ossidazione e di disperdere i composti aromatici più volatili[10, 11, 80, 87]. Un processo ottimale di gramolatura migliora il profilo organolettico dell’olio, favorendo un buon equilibrio tra fruttato, amaro e piccante[10, 81, 82, 86].

Il parametro più critico da gestire durante la gramolatura è la temperatura[84]. Per produrre olio extravergine di oliva (specialmente per la dicitura “estratto a freddo”), la temperatura della pasta di olive non deve mai superare i 27°C[10, 11, 84]. Temperature più alte faciliterebbero l’estrazione e aumenterebbero la resa, ma comprometterebbero irrimediabilmente la qualità dell’olio, degradando polifenoli, vitamine e aromi[10, 84]. Mantenere la temperatura tra 22°C e 25°C è considerato ideale per ottenere un olio di qualità eccellente[10, 11, 84]. La gramolatura delle olive richiede quindi grande competenza da parte del frantoiano[10, 85].

ParametroValore Ottimale/Limite
Durata gramolatura20-40 minuti (media 30 min)[11, 80]
Temperatura pasta max.25°C (ideale 22-23°C)[11, 84]
Temp. max per EVO27°C[11, 84]
Estrazione per pressioneCirca 4 ore[11]
Materiali filtrazioneFogli di cartone (comune)[11]
Elementi separati centrif.Sansa vergine di oliva, acqua vegetazione, mosto oleoso[11]

[89]

In conclusione, la gramolatura è una tappa fondamentale nella lavorazione delle olive. Una corretta gestione di tempi e temperature è essenziale per fare l’olio extravergine di oliva di alta qualità[90, 91]. Ovvero la lavorazione della pasta di olive è un’arte.

6. L’estrazione: separare l’olio dalla pasta

Sistemi di estrazione olio

Dopo la gramolatura, la pasta di olive è pronta per la fase cruciale dell’estrazione dell’olio. Questo processo di estrazione consiste nel separare la componente liquida (il mosto oleoso, una miscela di olio e acqua di vegetazione) dalla componente solida (la sansa, costituita da frammenti di nocciolo e polpa dell’oliva)[97, 98]. Esistono diverse tecniche di estrazione dell’olio, ma per la produzione dell’olio extravergine di oliva sono ammessi solo metodi meccanici e fisici, che non alterino la natura dell’olio[12, 99]. I principali sistemi utilizzati sono la pressione e la centrifugazione[12, 99].

6.1 Sistemi di estrazione a pressione in Abruzzo

Il metodo tradizionale di estrazione è quello per pressione[100]. La pasta di olive, distribuita su dischi filtranti impilati (fiscoli), viene sottoposta a una forte pressione idraulica che fa fuoriuscire la parte liquida (mosto oleoso)[101]. Questo sistema, ancora utilizzato in alcune zone come l’Abruzzo per produzioni di nicchia, è discontinuo e considerato più “dolce”[13, 101]. Ha il vantaggio di richiedere un minor consumo di acqua ed energia, ma presenta lo svantaggio di maggiori costi di manodopera, tempi più lunghi (circa 4 ore per ciclo) e il rischio di difetti nell’olio se i fiscoli non sono perfettamente puliti tra una pressata e l’altra[11, 14, 102].

6.2 Centrifugazione continua in Calabria

Il metodo oggi più diffuso nei frantoi moderni, anche in regioni a grande produzione come la Calabria, è l’estrazione per centrifugazione continua[103, 104]. La pasta di olive viene immessa in una centrifuga orizzontale (decanter) che, sfruttando la differenza di peso specifico, separa le diverse fasi: olio, acqua di vegetazione e sansa[13, 104]. Questo sistema può operare a due fasi (separando olio dalla sansa umida contenente l’acqua) o a 3 fasi (separando olio, acqua e sansa)[105]. Esistono anche sistemi intermedi detti a “2 fasi e mezzo“. La centrifugazione garantisce un processo produttivo continuo, elevata capacità di lavoro, massima igiene e buoni standard organolettici, ma richiede un maggior consumo di acqua (nei sistemi a 3 fasi) ed energia, oltre a maggiori costi di impianto e manutenzione[14, 105, 106].

La scelta tra pressione e centrifugazione influisce sulle caratteristiche organolettiche dell’olio extravergine di oliva, ma entrambi i metodi, se ben condotti, permettono di ottenere un olio di qualità[12, 107, 108].

“La fase di estrazione è il cuore pulsante della produzione di olio extravergine di oliva, e la scelta del metodo più adatto è cruciale per garantire un prodotto di eccellenza.”[109]

7. La separazione: eliminare l’acqua residua

olio marchigiano

Dopo l’estrazione dell’olio dalla pasta di olive, sia essa avvenuta per pressione o per centrifugazione, l’olio ottenuto (il mosto oleoso) contiene ancora una piccola quantità di acqua di vegetazione emulsionata e piccole particelle solide in sospensione[116]. Per ottenere un olio extravergine di oliva limpido, stabile e di alta qualità, è necessario eliminare questi residui attraverso la fase di separazione finale[117]. Questa operazione è fondamentale per la conservabilità e le caratteristiche organolettiche dell’olio[119].

Un eccesso di umidità residua, infatti, può favorire processi idrolitici (aumento dell’acidità) e ossidativi, compromettendo la stabilità dell’olio nel tempo[120]. Sebbene un minimo contenuto d’acqua (circa 400-1000 ppm) possa veicolare composti aromatici e fenolici, un eccesso è dannoso[15, 121, 125]. Le tecniche utilizzate per separare l’olio e acqua sono principalmente la decantazione e la centrifugazione verticale, spesso seguite da filtrazione[122]. Nelle Marche, regione nota per la qualità del suo olio, si applicano tecniche avanzate per questa fase[118].

La decantazione sfrutta la differenza di densità tra olio e acqua: lasciando riposare il mosto oleoso, l’acqua e i residui solidi tendono a depositarsi sul fondo. La centrifugazione verticale utilizza separatori centrifughi ad alta velocità per separare più rapidamente ed efficacemente l’olio dalle impurità residue. La filtrazione, infine, è un passaggio opzionale ma fortemente consigliato: facendo passare l’olio attraverso materiali filtranti (es. cotone idrofilo, cartoni specifici) si rimuovono le ultime micro-particelle solide e le micro-gocce d’acqua, ottenendo un olio brillante e più stabile nel tempo[11, 15, 123]. Un olio non filtrato (“mosto” o “olio nuovo“) avrà un aspetto velato e una conservabilità inferiore. Questa delicata fase di separazione è cruciale per la qualità finale dell’olio extravergine di oliva[126, 127].

8. Lo stoccaggio: conservare l’oro verde

Una volta completato il ciclo di lavorazione per ottenere l’olio, il prodotto appena estratto e separato è estremamente delicato e richiede condizioni di conservazione ottimali per mantenere intatte le sue preziose qualità organolettiche e nutrizionali[128]. I produttori italiani più attenti investono in sistemi di stoccaggio avanzati, utilizzando principalmente serbatoi in acciaio inox[129, 130]. Questi contenitori sono preferibili rispetto a materiali tradizionali (vetro, altri tipi di acciaio) perché offrono una protezione completa dalla luce e dall’ossigeno, due dei principali nemici dell’olio di oliva[16, 131, 133].

Silos in acciaio inox vs. contenitori tradizionali

I silos in acciaio inox permettono di creare un ambiente ideale per la conservazione[132]. Essendo inerti, non cedono odori o sapori all’olio. La chiusura ermetica impedisce il contatto con l’aria, e spesso l’olio viene conservato sotto battente di gas inerte (azoto) per eliminare completamente l’ossigeno nello spazio di testa del serbatoio[133]. Inoltre, i locali di stoccaggio sono mantenuti a temperatura controllata (idealmente tra 14°C e 18°C) per rallentare i processi ossidativi[133]. Questa tecnologia avanzata garantisce che l’olio mantenga aromi, colore e componenti benefiche (polifenoli, vitamine) per un periodo più lungo rispetto ai contenitori tradizionali[17, 134, 139].

“Un’adeguata conservazione dell’olio evita il deterioramento degli aromi, dei nutrienti e del colore, mantenendo intatte tutte le proprietà dell’oro verde italiano.”[135]

9. Il controllo qualità: garantire l’eccellenza dell’EVO

Prima che l’olio extravergine di oliva possa raggiungere le nostre tavole, ogni fase del processo produttivo è soggetta a rigorosi controlli per garantirne l’eccellenza[136]. Dopo lo stoccaggio e prima dell’imbottigliamento, ogni partita di olio viene analizzata chimicamente e sensorialmente[137]. Produttori attenti, ad esempio in Lombardia, si affidano a laboratori accreditati e a panel di assaggiatori esperti per queste verifiche[18, 138].

Panel test e analisi chimiche in Lombardia

Questo meticoloso processo di controllo qualità assicura che l’olio extravergine rispetti i parametri definiti dalla normativa e gli elevati standard richiesti dal mercato[139]. Le analisi chimiche verificano parametri fondamentali come l’acidità libera (che per un extra vergine di oliva deve essere inferiore allo 0,8%), il numero di perossidi (indice dello stato di ossidazione) e l’analisi spettrofotometrica nell’UV (che rileva ossidazioni e eventuali raffinazioni)[18, 141]. Si misura anche il contenuto di polifenoli, preziosi antiossidanti[18, 141]. Parallelamente, il Panel Test (analisi sensoriale eseguita da un gruppo di assaggiatori addestrati) valuta le caratteristiche organolettiche: verifica l’assenza di difetti (es. riscaldo, muffa, rancido) e la presenza del fruttato (attributo positivo che descrive i profumi dell’olio), classificando l’intensità e descrivendo le note aromatiche[140]. L’obiettivo è offrire al consumatore un olio extravergine di oliva garantito nella sua qualità e autenticità[18, 142].

ParametroValore Limite per Olio Extra Vergine di Oliva
Acidità (acido oleico)≤ 0,8 g/100g[143]
Numero di Perossidi≤ 20 meq O2/kg[143]
Polifenoli (consigliato)≥ 250 mg/kg[143]

[143]

Questa rigorosa selezione assicura che solo i migliori oli extravergini di oliva arrivino sul mercato, preservando l’integrità del patrimonio oleario[144, 145].

“La qualità dell’olio extravergine di oliva è il nostro obiettivo principale, e ci impegniamo a garantire che ogni goccia rispetti i più alti standard di produzione.”[145]

10. La certificazione DOP e IGP: il valore aggiunto dell’olio italiano

L’Italia, leader nella produzione di olio extravergine di alta qualità, vanta un numero elevato di oli con certificazioni DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta)[146, 19]. Questi marchi europei rappresentano una garanzia fondamentale per il consumatore, attestando l’origine geografica, le caratteristiche uniche legate al territorio e il rispetto di rigidi disciplinari di produzione[147, 19]. Permettono di scegliere consapevolmente oli italiani di alta qualità[148].

Il sistema delle denominazioni di origine valorizza l’enorme patrimonio varietale (cultivar) e territoriale italiano[149]. Attualmente si contano 49 oli DOP e 7 IGP riconosciuti (numero in crescita, es. Olio di Roma IGP, Olio di Puglia IGP), un primato mondiale che testimonia la distintività della produzione dell’olio italiano[19, 150, 151]. La produzione di olio certificata (circa 5% del totale nazionale) è gestita da Consorzi di Tutela che raggruppano migliaia di operatori[24, 151, 153]. Il settore degli oli DOP ha un valore importante, con una quota significativa destinata all’export[19, 154].

CertificazioneNumero oli riconosciuti (circa)Regioni coinvolte
DOP42-49[19, 153]17+[155]
IGP7+[19, 151]Diverse

[155]

Le certificazioni DOP e IGP sono quindi un fattore chiave di distinzione e valorizzazione per l’olio italiano[156], aiutando il consumatore a orientarsi verso prodotti di qualità autentici e legati a uno specifico territorio[19, 157]. Questo sistema contribuisce a promuovere l’eccellenza dell’olio extravergine Made in Italy[20, 158].

11. L’imbottigliamento: dall’azienda al consumatore

L’imbottigliamento rappresenta l’ultima fase della lavorazione, quella che prepara l’olio extravergine di oliva per l’incontro con il consumatore finale[21, 159]. Anche questo passaggio richiede cura e attenzione per preservare la qualità dell’olio. I produttori italiani più attenti investono non solo nella qualità del contenuto ma anche nel contenitore, scegliendo bottiglie e design che comunichino i valori di tradizione, artigianalità e innovazione[160, 161].

Le forme delle bottiglie spaziano dalle linee classiche (es. marasca) a design più moderni e ricercati[162]. La scelta del materiale è importante: il vetro scuro (verde o marrone) offre la migliore protezione dalla luce, mentre la latta garantisce una barriera totale[164]. L’obiettivo è creare un packaging che non solo protegga l’olio ma ne esprima anche l’identità e il valore, catturando l’attenzione del consumatore[22, 163, 167].

Tradizione e Innovazione nel Packaging dell’Olio EVO

Il design del packaging unisce spesso tradizione e modernità[23, 164]. Alcuni produttori optano per etichette e bottiglie che richiamano la storia e l’artigianalità, altri scelgono soluzioni minimaliste ed eleganti[165]. Tecnologie avanzate possono essere impiegate per garantire la chiusura ermetica o l’imbottigliamento sotto atmosfera protettiva per minimizzare l’ossigeno residuo[166]. In ogni caso, il packaging è il biglietto da visita dell’olio, un elemento che ne comunica l’eccellenza e invita alla scoperta[167].

“L’imbottigliamento rappresenta l’ultima tappa di un viaggio fatto di passione, tradizione e innovazione. È qui che l’olio extravergine di oliva rivela tutta la sua eleganza e il suo fascino, diventando un vero e proprio oggetto di design.”[168]

12. La distribuzione: portare l’EVO sulle tavole del mondo

Una volta imbottigliato, l’olio extravergine di oliva italiano affronta la sfida della distribuzione per raggiungere le tavole dei consumatori in Italia e all’estero[169, 170]. Grazie a una rete logistica efficiente e a partner commerciali qualificati, l’olio EVO italiano arriva oggi in ogni angolo del pianeta, conquistando appassionati e buongustai[171].

L’Italia, con le sue 50 Denominazioni (tra DOP e IGP) e circa 500 varietà di oliva, ha un primato europeo da difendere e valorizzare[24, 172]. Sebbene la produzione certificata DOP/IGP sia ancora solo il 5% del totale[24, 173], rappresenta un enorme potenziale di crescita[174]. I Consorzi di tutela (che riuniscono circa 23.500 operatori) svolgono un ruolo chiave nella promozione e commercializzazione, collaborando anche con la Grande Distribuzione Organizzata[24, 175, 176]. Valorizzare gli oli a Indicazione Geografica è fondamentale per tutelare la biodiversità e sostenere la filiera[176].

Regione (2018)Produzione Olio Certificato (Tonnellate)Quota Percentuale
Puglia5.171[178]41%[178]
Toscana2.686[178]21%[178]
Sicilia2.375[178]19%[178]

[178]

Nel 2018, la Puglia era leader in volumi certificati, ma l’IGP Toscano superava in valore la DOP Terre di Bari[179, 180]. Per difendere e promuovere le produzioni DOP e IGP, i Consorzi puntano su innovazione e ricerca, anche per affrontare le sfide climatiche[24, 181, 182].

“La distribuzione capillare dell’olio EVO italiano sui mercati internazionali è fondamentale per valorizzare il nostro patrimonio olivicolo e garantire la sostenibilità di tutta la filiera.”[182]

13. L’impatto ambientale: verso una produzione sostenibile

La produzione dell’olio extravergine di oliva non è esente da un impatto ambientale. L’olivicoltura, come altre attività agricole, utilizza risorse (acqua, suolo) e genera emissioni[26, 183]. Per questo, un numero crescente di produttori italiani sta adottando pratiche più sostenibili ed eco-friendly[26, 183]. Nei frantoi del Lazio, ad esempio, si investe in energie rinnovabili, depurazione delle acque reflue e valorizzazione dei sottoprodotti come la sansa (che può diventare biomassa o ammendante) e l’acqua di vegetazione[26, 184, 185]. Questi sforzi mirano a rendere la produzione di olio evo più rispettosa dell’ambiente[185].

Pratiche eco-friendly nei frantoi del Lazio

Gli olivicoltori laziali implementano diverse strategie sostenibili[26, 186]: uso di pannelli fotovoltaici per ridurre le emissioni di CO2 legate ai consumi energetici del frantoio[27, 187]; installazione di sistemi per trattare le acque di vegetazione (ricche di polifenoli ma potenzialmente inquinanti se sversate direttamente); riciclo della sansa e degli altri residui della lavorazione delle olive[188]. Queste pratiche si inseriscono in una tendenza nazionale verso una produzione più sostenibile dell’olio d’oliva[26, 27, 189], spinta anche dalla crescente attenzione dei consumatori verso l’impatto ambientale dei prodotti[190].

“La produzione e il consumo di olio di oliva sostenibile certificato sono visti come la risposta per fermare la distruzione dell’ecosistema e contrastare i cambiamenti climatici.”[26, 191]

I frantoi laziali dimostrano che è possibile coniugare eccellenza produttiva e rispetto per l’ambiente[26, 27, 192]. L’olio extravergine d’oliva prodotto in modo sostenibile rappresenta un’eccellenza che unisce qualità e responsabilità ambientale[26, 27, 192].

14. L’evoluzione delle tecniche di produzione: passato, presente e futuro

L’industria dell’olio extravergine di oliva italiano ha vissuto una notevole evoluzione tecnologica negli ultimi decenni[28, 193]. Si è passati dai frantoi tradizionali con macine in pietra e presse idrauliche ai moderni impianti a ciclo continuo con frangitori meccanici (a martelli, dischi, coltelli) e decanter centrifughi[29, 194]. Questo progresso ha permesso di migliorare l’efficienza del processo produttivo, gli standard igienici e, in molti casi, anche la qualità dell’olio, garantendo all’Italia di mantenere l’eccellenza sui mercati internazionali, in un connubio tra tradizione e innovazione[195].

L’introduzione di nuove tecnologie nel ciclo di lavorazione è stata fondamentale[28, 196]. In regioni come Abruzzo e Calabria, l’adozione di sistemi di estrazione moderni (pressione o centrifugazione, a seconda delle scelte aziendali) ha permesso di ottimizzare la resa in olio e la qualità organolettica[30, 197]. Anche le tecniche di gramolatura (controllo temperature, tempi, atmosfera) e stoccaggio (silos in acciaio inox sotto azoto) si sono affinate per preservare al meglio le caratteristiche dell’olio[198].

L’industria, però, non si ferma[29, 198]. Di fronte alle sfide future, come i cambiamenti climatici e la richiesta di maggiore sostenibilità, la ricerca continua[28, 199]. Si sperimentano nuove tecniche di gestione dell’oliveto, sistemi di estrazione dell’olio a basso impatto, e si valutano nuove varietà di olivo più resilienti[200].

L’olio extravergine di oliva italiano è il risultato di una continua evoluzione, che coniuga la tradizione millenaria con i più recenti progressi tecnologici. Questa capacità di innovare senza perdere le proprie radici è ciò che rende il nostro oro verde unico al mondo.”[201]

In conclusione, l’evoluzione delle tecniche di estrazione dell’olio e di tutte le fasi della produzione dell’olio extravergine di oliva italiano è un processo continuo, guidato dalla ricerca della qualità e della sostenibilità[28, 30, 202]. Questo impegno permette all’Italia di mantenere la sua leadership globale nel settore[203].

15. Degustazione e abbinamenti: apprezzare l’EVO italiano

Comprendere come avviene la produzione dell’olio EVO ci aiuta ad apprezzarlo meglio, ma l’esperienza si completa con la degustazione[204]. Valutare un olio extravergine di oliva significa coglierne la personalità attraverso i sensi: vista (colore, limpidezza), olfatto (profumi, fruttato) e gusto (amaro, piccante, dolcezza, fluidità)[205]. Imparare a degustare permette di riconoscere la varietà degli oli italiani, influenzata da cultivar, territorio e processo di lavorazione[206].

La degustazione non è fine a sé stessa: il vero valore dell’olio EVO si manifesta nell’abbinamento con il cibo[208]. Un olio extravergine può esaltare, completare o creare interessanti contrasti con le pietanze, arricchendone le caratteristiche organolettiche[31, 209]. Abbinare un olio delicato a un piatto delicato, o un olio intenso a un piatto robusto è la regola base, ma le possibilità sono infinite[210].

Scoprire e apprezzare l’olio extravergine di oliva italiano è un viaggio nel cuore della cultura gastronomica del nostro paese[211], un patrimonio fatto di secoli di storia e passione[212]. Corsi di assaggio e degustazioni guidate (spesso organizzate dagli stessi frantoi o da associazioni) sono ottime occasioni per affinare il palato e immergersi nel mondo affascinante dell’oro verde italiano[32, 213].

FAQ – Domande Frequenti

Quali sono le principali varietà di olive utilizzate per la produzione di olio extravergine di oliva in Italia?

Le varietà di oliva (cultivar) più diffuse per produrre olio includono Leccino, Frantoio, Coratina, Taggiasca, Nocellara del Belice, Moraiolo, Casaliva, tra le oltre 500 presenti in Italia[215, 216]. Ogni varietà conferisce all’olio caratteristiche organolettiche uniche[216].

Come avviene la raccolta delle olive in Italia?

La raccolta delle olive avviene tra ottobre e dicembre, al giusto grado di maturazione (oliva invaiata)[217]. Si usano metodi manuali (brucatura) o meccanici (scuotitori, pettini vibranti)[217, 218]. La tempestività è cruciale per la qualità[219].

Perché è importante la tempestività della raccolta delle olive?

Raccogliere le olive al momento giusto e portarle rapidamente al frantoio (entro poche ore) è fondamentale per evitare fermentazioni e ossidazioni che comprometterebbero la qualità dell’olio, generando difetti organolettici e alta acidità[219].

Quali sono le tecniche di defoliazione e lavaggio delle olive prima della frangitura?

Prima della molitura, le olive vengono pulite da foglie e rametti (defoliazione, manuale o meccanica) e sottoposte a lavaggio con acqua potabile per eliminare terra e residui[221, 222].

Quali sistemi di frangitura delle olive vengono utilizzati in Italia?

I sistemi principali sono le tradizionali macine in pietra (lente, producono oli più dolci) e i moderni frangitori meccanici (a martelli, dischi o coltelli), più rapidi ed efficienti, che tendono a dare oli più fruttati e piccanti[224, 225].

Che ruolo svolge la gramolatura nella produzione di olio extravergine di oliva?

La gramolatura è il lento rimescolamento della pasta di olive dopo la frangitura. Serve a rompere le emulsioni olio/acqua e a far aggregare le gocce di olio (formazione del mosto oleoso), facilitando la successiva estrazione. La temperatura deve essere controllata (<27°C)[226, 227].

Quali sistemi di estrazione dell’olio dalla pasta di olive sono utilizzati in Italia?

I metodi principali per l’estrazione dell’olio sono la pressione (metodo tradizionale, discontinuo) e la centrifugazione (metodo moderno, continuo, a due fasi o 3 fasi)[229, 230]. Entrambi sono processi meccanici validi per l’olio extravergine di oliva.

Come viene eliminata l’acqua residua dall’olio extravergine appena prodotto?

Dopo l’estrazione, l’olio viene separato da acqua residua e piccole impurità tramite decantazione naturale o, più comunemente, tramite centrifuga verticale[231]. Segue spesso una filtrazione per rendere l’olio limpido e più stabile[232].

Quali accorgimenti vengono adottati per la corretta conservazione dell’olio extravergine di oliva?

L’olio EVO va conservato al riparo da luce, ossigeno e calore. I produttori utilizzano serbatoi in acciaio inox, spesso sotto atmosfera inerte, a temperatura controllata[233, 234]. A casa, usare bottiglie scure e conservare in luogo fresco.

Come viene garantita la qualità dell’olio extravergine di oliva italiano?

La qualità è garantita da controlli lungo tutte le fasi del processo produttivo. Prima dell’imbottigliamento, l’olio è sottoposto ad analisi chimiche (acidità, perossidi, ecc.) e all’analisi sensoriale (Panel Test) per verificare l’assenza di difetti e la presenza di fruttato, requisiti essenziali per la classificazione come extra vergine di oliva[235, 236].

Quali certificazioni garantiscono l’origine e la qualità dell’olio extravergine di oliva italiano?

Le principali sono le certificazioni europee DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta), che legano l’olio a un territorio specifico e a un disciplinare di produzione[237, 238]. Esiste anche la certificazione Biologica. L’olio vergine di oliva e l’olio di oliva vergine sono categorie merceologiche distinte, con qualità inferiore all’extravergine. L’olio di sansa di oliva è ottenuto chimicamente dai residui della lavorazione.

Quali sono le tendenze nella presentazione e distribuzione dell’olio extravergine di oliva italiano?

C’è grande attenzione al packaging (design, materiali sostenibili) per comunicare qualità e valori del brand[240, 241]. La distribuzione avviene tramite canali tradizionali e crescentemente online, raggiungendo mercati globali[241].

Quali sono gli sforzi per una produzione sostenibile dell’olio extravergine di oliva in Italia?

Molti produttori e frantoi adottano pratiche eco-friendly: energie rinnovabili, gestione efficiente dell’acqua, riduzione dei rifiuti, valorizzazione dei sottoprodotti (es. sansa), agricoltura biologica o integrata[243, 244].

Come sono evolute le tecniche di produzione dell’olio extravergine di oliva italiano?

Si è passati da metodi interamente manuali e tradizionali (macine in pietra, presse) a impianti moderni a ciclo continuo (frangitori meccanici, decanter centrifughi), migliorando efficienza, igiene e controllo del processo, pur nel rispetto dei principi per ottenere un olio di qualità extravergine[245, 246].

Quali sono i passaggi chiave per apprezzare al meglio l’olio extravergine di oliva italiano?

Imparare le basi della degustazione (analisi visiva, olfattiva, gustativa) per riconoscere pregi (fruttato, amaro, piccante) e difetti[247]. Sperimentare gli abbinamenti con il cibo per scoprire come l’olio EVO può esaltare i piatti[248].


Riepilogo Punti Chiave

  • La produzione dell’olio extravergine di oliva inizia con la raccolta delle olive al giusto punto di maturazione (invaiatura).
  • Le olive devono essere trasportate in frantoio rapidamente e lavorate entro poche ore.
  • Le fasi della lavorazione principali nel frantoio sono: lavaggio e defogliazione, molitura o frangitura (per ottenere la pasta di olive), gramolatura (rimescolamento a temperatura controllata <27°C), estrazione (dell’olio dalla sansa e acqua) e separazione/ filtrazione.
  • I metodi di estrazione moderni (centrifugazione) sono più efficienti, quelli tradizionali (pressione) più delicati; entrambi possono produrre olio EVO eccellente se ben gestiti.
  • La gramolatura è cruciale per la resa e per aggregare le gocce di olio nel mosto oleoso.
  • Dopo l’estrazione, l’olio viene separato dall’acqua residua (acqua di vegetazione) e stoccato in contenitori inerti (acciaio inox) al riparo da luce e ossigeno.
  • Controlli chimici e organolettici (Panel Test) garantiscono che l’olio rispetti i parametri per essere classificato Extra Vergine di Oliva.
  • Conservare correttamente l’olio EVO a casa (luogo fresco, buio, bottiglia scura ben chiusa) è fondamentale per mantenerne la qualità.

Link alle fonti

  1. Varietà di Olive da Olio italiane: viaggio nelle Cultivar – https://www.sapordolio.com/blog/cultivar-e-varieta-di-olive-da-olio-italiane-n7
  2. Olio Extravergine di Oliva: Proprietà, Tipi e Conservazione – https://www.orodelsalento.com/magazine/oro-verde-del-mediterraneo/
  3. PDF – https://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/1462_2023_570_42712.pdf
  4. Sistemi di drenaggio per oleifici – https://www.inoxsystem.it/blog/sistemi-drenaggio-oleifici.html
  5. Olio extravergine di oliva. Olio EVO | Frantoio Masaccio. Toscana – https://www.frantoiomasaccio.it/olio-extravergine-di-oliva/
  6. Microsoft Word – disciplinareolio.doc – https://www.uniba.it/it/docenti/trani-antonio/attivita-didattica/tecnologia-alimentare/tecnologia-alimentare-materiale-didattico-integrativo/haccp-frantoi-linee-guida
  7. Presentazione standard di PowerPoint – https://www.olionostrum.it/wp-content/uploads/2021/01/Lezione-HACCP.pdf
  8. Le 5 Fasi Fondamentali della Produzione dell’Olio di Qualità – Villa Campestri Olive Oil Resort – https://www.villacampestri.com/blog/it/fasi-produzione-olio/
  9. Come Fare l’Olio Extravergine d’Oliva: Le 7 Fasi di Produzione | Contedoro – https://contedoro.com/olio-extravergine-di-oliva-come-si-fa/
  10. Gramolatura delle olive, cos’è e a cosa serve? – https://blog.oliotrevi.it/gramolatura-olive
  11. La tecnica di molitura – Oleificio Copertino – https://www.oleificiocopertino.it/tecnica-di-molitura/
  12. Estrazione dell’olio di oliva – https://it.wikipedia.org/wiki/Estrazione_dell’olio_di_oliva
  13. Olio di oliva: estrazione per centrifugazione e filtrazione selettiva – https://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/estrazione-olio-oliva1.html
  14. Come avviene l’Estrazione dell’Olio di Oliva? – Olio Cristofaro – https://oliocristofaro.it/olivo-olio-evo-ecco-come-avviene-estrazione/
  15. C’è Acqua nell’Olio Extravergine di Oliva? – Olio Cristofaro – https://oliocristofaro.it/acqua-olio-extravergine-di-oliva/
  16. Packaging e conservazione dell’olio di oliva in bottiglie a lungo termine – Olivo e Olio – https://olivoeolio.edagricole.it/ricerca-scientifica/packaging-e-conservazione-olio-di-oliva-in-bottiglie-a-lungo-termine/
  17. Guida Olio EVO – https://www.assitol.it/wp-content/uploads/2018/12/Guida-Olio-EVO_Assitol.pdf
  18. Igp anche per l’olio extravergine abruzzese – Olivo e Olio – https://olivoeolio.edagricole.it/attualita/igp-olio-extravergine-abruzzo-istituzione-marchio/
  19. Filiera olio DOP IGP, la necessità di crescere prima che sia troppo tardi :: Fondazione Qualivita – https://www.qualivita.it/news/filiera-olio-dop-igp-la-necessita-di-crescere-prima-che-sia-troppo-tardi/
  20. Dop e Igp dell’olio in Italia, lo scenario è questo – https://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/11967-dop-e-igp-dell-olio-in-italia-lo-scenario-e-questo.htm
  21. Tutela consumatori.Indicazione di una sede d’imbottigliamento diversa da quella indicata nell’etichetta – https://lexambiente.it/index.php/materie/tutela-consumatori/cassazione-penale167/tutela-consumatori-indicazione-di-una-sede-d-imbottigliamento-diversa-da-quella-indicata-nell-etichetta
  22. La data di imbottigliamento sparirà dall’etichetta – Olivo e Olio – https://olivoeolio.edagricole.it/normativa-2/data-imbottigliamento-sparira-etichetta/
  23. Imbottigliare e vendere l’olio, una guida per gli olivicoltori – https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2023/12/05/imbottigliare-e-vendere-l-olio-una-guida-per-gli-olivicoltori/80649
  24. La produzione certificata di olio Dop Igp italiano equivale al 5% del totale nazionale – https://winenews.it/it/la-produzione-certificata-di-olio-dop-igp-italiano-equivale-al-5-del-totale-nazionale_527184/
  25. Produzione olio certificato, si può crescere con dop e igp – Olivo e Olio – https://olivoeolio.edagricole.it/olio-dop-igp/produzione-olio-certificato-dop-e-igp-crescita-ismea/
  26. Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – Sito Ufficiale – https://asvis.it/goal13/notizie/1304-10719/tutela-degli-ecosistemi-il-ruolo-della-produzione-di-olio-di-palma-sostenibile
  27. L’olio evo biologico: il gusto sostenibile | Olio Ciccolella – https://www.oliociccolella.it/news/lolio-evo-biologico-gusto-e-sostenibilita-dallimpronta-idrica-ridotta/
  28. Il cambiamento climatico minaccia la produzione dell’olio di oliva – https://www.meteoweb.eu/2023/01/il-cambiamento-climatico-olio-di-oliva/1001197140/
  29. PDF – https://flore.unifi.it/bitstream/2158/1227907/1/Nanni 2021_Olivi storia paesaggi agrari.pdf
  30. Il mercato mondiale dell’olio d’oliva: attori, dinamiche, prospettive e bisogni di ricerca – https://agriregionieuropa.univpm.it/en/content/article/31/10/il-mercato-mondiale-dellolio-doliva-attori-dinamiche-prospettive-e-bisogni-di
  31. Esperienze Ciriello – Frantoio Ciriello – https://frantoiociriello.it/esperienze-ciriello/
  32. Giudici | EVO IOOC – International Oil Contest – https://evo-iooc.it/giudici/
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