OLIO

Cultivar Olive Italiane: Alla Scoperta delle Varietà di Olive Autoctone

cultivar olive italiane

L’Italia possiede più di 500 cultivar di olivo autoctone, un tesoro genetico senza pari nel mondo1. Questo patrimonio rappresenta il 40% di tutte le cultivar esistenti globalmente1. La “Oliva di Gaeta”, nota per il suo sapore dolce-amaro, non deriva da Gaeta ma da Itri. Il nome deriva dalla tradizione di esportarle da Gaeta. Dopo la raccolta, le olive vengono lasciate appassire sui rami per esaltare il loro gusto.

Punti chiave

  • L’Italia conta 538 cultivar di olivo, il 40% di quelle conosciute a livello mondiale1
  • Alcune delle cultivar più famose sono la Coratina, la Taggiasca, la Frantoio, la Nocellara Etnea e la Tonda Calabrese1
  • Le regioni più produttive di olive sono Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto1
  • La qualità della cultivar incide per il 30% sulla produzione finale di olio1
  • L’Oliva di Gaeta, pur essendo DOP, non proviene da Gaeta ma da Itri

Storia dell'Olivicoltura in Italia: Dalle Origini ai Giorni Nostri

storia dell'olivo

L’olivo, pianta simbolo del Mediterraneo, ha radici profonde in Italia2. Le varietà italiane esistevano già nell’epoca degli antichi romani. Questi selezionarono e produssero olive per alimentazione, lampade, cosmetica e medicina2. Dopo le invasioni barbariche, la produzione diminuì, ma poi l’olio d’oliva tornò a dominare il mercato italiano.

L'influenza greca e romana sulla diffusione dell'olivo

Finché il mercato liberistico non ha aumentato il valore dell’olio, le aree coltivate ad olivi sono state estese2. Dall’inizio del Settecento, l’olio italiano ha conquistato l’Europa. I produttori si sono organizzati in consorzi, rendendo necessario classificare l’olio in base alle sue caratteristiche.

L’olivo, con le sue origini ancestrali, ha giocato un ruolo chiave nella storia dell’olivicoltura italiana.

“L’olio d’oliva italiano si è affermato nei secoli come uno dei prodotti agroalimentari più rappresentativi e pregiati del Paese.”

Le Regioni Olivicole Italiane: Un Viaggio tra Sapori e Tradizioni

regioni olivicole italiane

L’Italia ha una storia affascinante di olivicoltura, profondamente radicata nel suo territorio e nella cultura3. Con circa un milione di ettari dedicati all’olivicoltura e oltre 250 milioni di piante, il legame tra l’olivo, il paesaggio italiano e la sua popolazione è antico e indissolubile3.

Ogni regione del Paese presenta cultivar locali uniche, adattate ai propri microclimi e terreni. Questo ha dato vita a una biodiversità olivicola incredibile3. Questi tesori nascosti sono il risultato di una tradizione secolare. Hanno preservato il patrimonio delle varietà autoctone, trasformandole in oli extravergine di alta qualità. Molti di questi oli sono insigniti di denominazioni di origine protetta (DOP).

Scopriamo insieme il viaggio attraverso le principali regioni olivicole italiane, ognuna con il suo carattere unico e la sua affascinante storia.

La Campania e le sue Varietà Autoctone

La Campania è ricca di biodiversità olivicola, con circa 60 varietà di olive e cinque oli DOP: Penisola Sorrentina, Colline Salernitane, Valle dell’Ufita, Cilento e Terre Aurunche3.

La Sicilia e il suo Vasto Patrimonio Olivicolo

La Sicilia ha una superficie olivicola di circa 160.000 ettari, con il 60% concentrato nelle province di Palermo, Trapani, Messina, Agrigento ed Enna3. Questa terra mediterranea custodisce una straordinaria varietà di olive, ciascuna con caratteristiche uniche.

La Calabria e i suoi Territori Olivicoli

La Calabria possiede 182.000 ettari di oliveti, con una particolare concentrazione nelle zone circostanti Sibari, il lametino e Gioia Tauro. Qui si registra il maggior numero di aziende olivicole e la più alta percentuale di oliveti3.

La Puglia e il Dominio della Coratina

La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di ettari dedicati all’olivicoltura, ben 374.2503. Tra le varietà locali, la Coratina copre circa 90.000 ettari, pari all’8% del totale nazionale3.

La Basilicata e la sua Produzione di Qualità

La Basilicata produce circa 5.000 tonnellate di olio extravergine di oliva all’anno, pari al 6% della sua produzione lorda vendibile e al 2% della produzione nazionale3.

Il Lazio e i suoi Oliveti Biologici

Il Lazio conta circa 80.000 ettari di oliveti, con l’8% della superficie coltivata in modo biologico. Questo avviene principalmente nelle province di Roma, Frosinone, Viterbo, Latina e Rieti3.

L'Abruzzo e il Suo Patrimonio di Olivi

L’Abruzzo vanta circa 9 milioni di piante di olivo su 46.000 ettari, pari al 50% della superficie agricola regionale dedicata alle colture arboree. La provincia di Chieti è leader nella produzione3.

L'Umbria e le sue Cultivar Identitarie

L’Umbria è una regione olivicola di grande rilievo, con oltre 27.000 ettari di oliveti e quasi 7,5 milioni di piante. Le varietà Moraiolo, Leccino e Frantoio sono coltivate prevalentemente3.

Le Marche e il loro Olio Extravergine di Qualità

Le Marche possiedono 7.200 ettari di oliveti specializzati, producendo 45.000 quintali di olio extravergine di alta qualità. Questo olio è caratterizzato da un fruttato medio-leggero con note dolci, amare e piccanti3.

Il Molise e le sue Olive Autoctone

Il Molise coltiva olive in tutta la provincia, con l’oliva nera di Colletroto a Campobasso e la presenza di olivicoltura nell’intera provincia e nella piana di Venafro in Isernia3.

Ogni regione italiana custodisce un patrimonio olivicolo unico, frutto di secoli di storia, tradizione e adattamento ai territori4. Queste cultivar locali conferiscono agli oli extravergine prodotti in tutto il Paese quel carattere inconfondibile e quella qualità che li rendono ambasciatori del gusto e della cultura italiana nel mondo4.

Toscana: La Terra del Frantoio e del Leccino

olive toscane

La Toscana è celebre per l’olio extravergine di oliva di alta qualità. Qui si coltivano il Frantoio e il Leccino, che rappresentano l’80% del patrimonio varietale5. Queste olive sono apprezzate per le loro caratteristiche organolettiche e per la resa in olio, che supera il 20%6.

Il Cultivar Frantoio: caratteristiche e usi culinari

Il Frantoio è una delle olive toscane più conosciute, coltivata in Lucca, Pisa e Pistoia. Si distingue per il suo gusto fruttato, con note di mandorla e erba, e per l’equilibrio tra amaro e piccante5. La sua resa in olio è del 23%, rendendola molto produttiva6. L’olio extravergine di oliva Toscano da Frantoio è apprezzato in tutto il mondo per la sua versatilità in cucina.

La Toscana vanta anche altre cultivar di grande pregio, come il Leccino, il Moraiolo e il Maurino. Queste varietà contribuiscono a rendere l’olio toscano unico e inimitabile, con caratteristiche organolettiche che variano a seconda della zona e della cultivar5.

Le denominazioni di origine DOP e IGP proteggono l’olio extravergine di oliva toscano, riconoscendone la qualità e l’autenticità a livello internazionale7. La Toscana è un leader nell’olivicoltura italiana, producendo circa il 6% dell’olio extravergine di oliva nazionale7.

“Il Frantoio è una delle olive toscane più iconiche, coltivata principalmente nelle province di Lucca, Pisa e Pistoia.”

L’olivicoltura toscana sta crescendo, con una produzione che nel 2015 ha raggiunto i 180.000 quintali7. Tuttavia, solo il 35% dell’olio extravergine di oliva toscano è destinato al mercato italiano, mentre il resto viene esportato in Paesi come Stati Uniti, Cina, Giappone, Brasile, India e Russia7.

CultivarCaratteristicheResa in Olio
FrantoioProfilo organolettico fruttato con note di mandorla e erba23%
LeccinoResistenza alla Xylella fastidiosaOltre il 20%
MoraioloElevata qualità dell’olioOltre il 20%

L’olivicoltura toscana è in evoluzione, unendo tradizione e innovazione per offrire oli extravergine di alta qualità apprezzati in tutto il mondo7.

Liguria: La Patria della Taggiasca

Olive Taggiasca

La Liguria, con la sua costa mozzafiato e borghi affascinanti, è il luogo di nascita della Taggiasca, una varietà di oliva unica. Questa cultivar, originaria della Riviera di Ponente, è amata in tutto il mondo per la sua qualità e il suo sapore distintivo8.

Taggiasca vs Oliva di Nizza: differenze e similarità

La Taggiasca e l’Oliva di Nizza sono due cultivar liguri importanti, anche se con differenze. L’Oliva di Nizza si distingue per la sua diffusione nell’entroterra, diversamente dalla Taggiasca che cresce prevalentemente lungo la costa89.

La Taggiasca si distingue per la sua alta resa in olio, fino al 90%, e per il suo sapore fruttato, ricco di mandorla e pino8. La sua bassa acidità, inferiore allo 0,5%, indica un’alta qualità dell’olio8.

L’olivicoltura in Liguria ha una storia antica, come dimostrano gli studi fiscali del 1531 e quelli di Massimo Quaini negli anni ’70. La produzione di olive è cresciuta esponenzialmente in quest’area9. La Taggiasca è oggi un simbolo della gastronomia ligure, con prodotti come le olive in salamoia e il paté di olive9.

La raccolta della Taggiasca richiede metodi specifici, come la raccolta manuale e la scuotitura dei rami. Tuttavia, l’uso di metodi meccanici, come scuotitori elettrici, sta aumentando per migliorare l’efficienza8.

In conclusione, la Taggiasca e l’Oliva di Nizza sono due eccellenze dell’olivicoltura ligure, unite da similarità e differenze che arricchiscono il panorama gastronomico regionale89.

Puglia: Il Regno della Coratina e dell'Ogliarola

Cultivar pugliesi

La Puglia è all’avanguardia nella produzione di olio extravergine d’oliva, grazie a una tradizione secolare. Tra le varietà più note si annoverano la Coratina, l’Ogliarola Barese e l’Ogliarola del Gargano. Queste cultivar contribuiscono a rendere l’olio pugliese unico nel suo genere1011.

La Peranzana: la cultivar dalle mille sfaccettature

La Puglia accoglie anche la Peranzana, una varietà autoctona di grande interesse. Originaria dell’area settentrionale della provincia di Foggia, si distingue per il suo basso contenuto in olio e per un sapore unico di mela e mandorla10.

La Peranzana è apprezzata per il suo gusto e le sue proprietà organolettiche. Nonostante la modesta resa in olio, i produttori pugliesi valorizzano le sue qualità. Così, nascono oli extravergini di alta qualità che esaltano le note fruttate e delicate di questa varietà10.

“La Peranzana è un’oliva unica, con un carattere inconfondibile. Il suo gusto misto di dolcezza e croccantezza la rende perfetta sia per la tavola che per la produzione di un olio extravergine di grande pregio.” – Gianpaolo, produttore oleario pugliese

La Peranzana è un esempio delle eccellenze dell’olivicoltura pugliese, mostrando la ricchezza e diversità del territorio. Grazie a questa varietà, l’olio extravergine di oliva pugliese si distingue per la sua unicità e qualità a livello nazionale e internazionale1011.

La Puglia adotta oltre il 15% dei campi d’ulivo con metodi di produzione biologica10, dimostrando impegno per la sostenibilità e la biodiversità. Con oltre 50 milioni di ulivi1011, la regione è il cuore pulsante dell’olivicoltura italiana, offrendo al mondo oli extravergini di alta qualità.

Sicilia: Nocellara del Belice e Tonda Iblea

Nocellara del Belice olive

La Sicilia è ricca di biodiversità olivicola, con la Nocellara del Belice e la Tonda Iblea che spiccano. Queste varietà autoctone sono essenziali per l’eccellenza dell’olio extravergine di oliva siciliano. Sono anche parte integrante della tradizione olivicola dell’isola12.

Il fenomeno della Nocellara: da oliva da tavola a olio DOP

La Nocellara del Belice proviene dalla Sicilia occidentale e si distingue per il consumo diretto e per la produzione di olio extravergine di alta qualità. Ha ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP)12. Le sue caratteristiche olive, come sapore delicato e alta resa in olio, la rendono un fenomeno internazionale13.

La Tonda Iblea, presente in Ragusa, Siracusa e Catania, è un’altra cultivar siciliana di interesse. Produce un olio extravergine con un profilo aromatico unico, ricco di note fruttate e di mandorla13.

La Nocellara del Belice e la Tonda Iblea mostrano la ricchezza e diversità del patrimonio olivicolo siciliano. Contribuiscono significativamente all’eccellenza e alla reputazione dell’olio extravergine di oliva siciliano a livello globale.

Umbria: Moraiolo e Dolce Agogia

Olive Moraiolo

L’Umbria è una regione olivicola di grande importanza, patria di due cultivar autoctone di spicco: il Moraiolo e la Dolce Agogia14. Queste varietà di olive umbre sono alla base della produzione di eccellenti oli extravergini, apprezzati in tutto il paese e oltre i confini nazionali.

Il Moraiolo è una delle cultivar più caratteristiche dell’Umbria, diffusa anche in regioni vicine come la Toscana. Questa varietà si distingue per il suo sapore equilibrato, con note piccanti e amare ben bilanciate, che la rendono una delle più apprezzate a livello nazionale15. Inoltre, il Moraiolo si caratterizza per la sua particolare resistenza al freddo, il che lo rende adatto alla coltivazione anche in zone montane e collinari.

Il Moraiolo: la cultivar che sfida il freddo

La Dolce Agogia, d’altra parte, è una delle varietà di olive autoctone più apprezzate dell’Umbria14. Questa cultivar tende a soffrire la mancanza d’acqua, ma produce un olio extravergine di qualità eccellente, caratterizzato da un colore verde tenue, riflessi gialli e da un fruttato medio con note vegetali, di carciofo e mandorla14. La raccolta delle olive Dolce Agogia avviene solitamente verso la fine di novembre.

La produzione autoctona di eccellente olio extravergine di oliva umbro si estende tra il Lago Trasimeno e la Valle Umbra, da Perugia, a Orvieto fino a Terni14. L’Umbria è una delle regioni d’Italia dove si produce il miglior olio extravergine grazie a condizioni climatiche favorevoli14, con radici che affondano fin dall’epoca degli etruschi14.

Tra le eccellenze della produzione DOP del territorio umbro, spicca l’olio extravergine di oliva Umbria di Frantoio Batta, caratterizzato da un fruttato intenso, sentori erbacei e balsamici14. La DOP Umbria copre l’intera produzione regionale e comprende cinque diverse aree geografiche, dimostrando l’eccezionale qualità e diversità dell’olivicoltura umbra14.

CultivarCaratteristicheRegione
MoraioloSapore equilibrato, note piccanti e amareUmbria, Toscana
Dolce AgogiaOlio extravergine di qualità, colore verde tenue, fruttato medioUmbria
FrantoioOli con alta produttività e sapore fruttatoUmbria, Toscana, Marche
CaninoAssociato a una DOP per olio extravergineLazio
“L’Umbria è una delle regioni d’Italia dove si produce il miglior olio extravergine grazie a condizioni climatiche favorevoli.”14

In sintesi, l’Umbria è una terra di eccellenza per l’olivicoltura, con cultivar autoctone come il Moraiolo e la Dolce Agogia che contribuiscono a creare oli extravergini di altissima qualità, apprezzati in Italia e all’estero1415.

Cultivar Rare e Autoctone: Tesori Nascosti dell'Olivicoltura

L’Italia è ricca di 1 varietà di olive meno conosciute, ma preziose. Queste cultivar rare e autoctone sono spesso limitate a zone specifiche. La Ravece, una cultivar campana 1, è un esempio di questo tesoro. È apprezzata per il suo sapore unico e la sua capacità di adattarsi agli ambienti montani.

La Ravece campana: una varietà in via di riscoperta

La Ravece è originaria delle zone montane della Campania. Questa oliva rara è stata trascurata, ma ora sta conoscendo una rinascita. 1 Gli sforzi di recupero da parte di produttori e istituzioni locali stanno aiutando a valorizzarla.

La Ravece si distingue per il suo sapore unico, ricco di note erbacee e sentori di mandorla e spezie. È apprezzata per la sua resistenza e adattabilità agli ambienti montani. Queste qualità sono particolarmente preziose in un contesto di cambiamenti climatici.

Il recupero e la valorizzazione della Ravece sono parte di un più ampio movimento di 1 tutela della biodiversità olivicola italiana. Questo movimento mira a preservare 1 antiche cultivar autoctone a rischio di estinzione. Grazie a progetti di ricerca e promozione16, la Ravece campana sta riacquistando il suo posto di rilievo nell’olivicoltura nazionale.

“La Ravece è una varietà rara e preziosa, un vero e proprio tesoro dell’olivicoltura campana. Il suo recupero e la sua valorizzazione sono fondamentali per preservare la biodiversità del nostro territorio.”
CultivarRegione di OrigineCaratteristiche
RaveceCampaniaResistente e adattabile agli ambienti montani, note erbacee e di mandorla e spezie

La Ravece è un esempio di come la biodiversità olivicola italiana sia ricca di tesori. Attraverso progetti di recupero e promozione16, queste varietà possono essere valorizzate. Così, contribuiranno a preservare la ricchezza e l’unicità del patrimonio olivicolo nazionale16.

Caratteristiche Organolettiche: Come Riconoscere le Diverse Cultivar

Le caratteristiche organolettiche delle olive e il loro profilo sensoriale sono cruciali per riconoscere le diverse cultivar italiane. In Italia, si contano oltre 500 varietà, tra cui Frantoio, Leccino, Moraiolo, Pendolino, Coratina e Nocellara del Belice17.

Ogni cultivar ha un’identità sensoriale distinta, influenzata da fattori come il grado di maturazione delle olive, le tecniche di estrazione e le operazioni di stoccaggio e filtrazione dell’olio. L’analisi sensoriale permette di individuare il fruttato, l’amaro e il piccante che definiscono le varietà17.

La Nocellara del Belice, una varietà siciliana di grande pregio, si distingue per i suoi frutti di grandi dimensioni, un sapore dolce e aromatico e una elevata resa in olio17. La Biancolilla, altra varietà siciliana, si caratterizza per frutti di media grandezza, un gusto dolce e fruttato e si adatta sia all’olio che all’oliva da tavola17.

CultivarCaratteristicheRegione di Origine
FrantoioFruttato medio-intenso, amaro e piccante equilibratiToscana
LeccinoFruttato delicato, amaro e piccante contenutiToscana
CoratinaFruttato intenso, amaro e piccante marcatiPuglia
Nocellara del BeliceFruttato medio, amaro e piccante moderatiSicilia

L’Italia possiede il maggior numero di cultivar di olivo al mondo, ognuna con caratteristiche uniche influenzate dall’ambiente18. Questo contribuisce alla diversità dei oli extravergine di oliva italiani, offrendo una vasta gamma di profili gustativi e aromatici18.

“La selezione della cultivar è fondamentale per la qualità dell’olio di oliva, poiché ogni varietà offre caratteristiche compositive, nutrizionali e sensoriali uniche, che contribuiscono alla distintività della cucina regionale.”

Dall'Oliva all'Olio: Processi di Produzione e Influenza della Cultivar

La qualità della cultivar incide per circa il 30% sulla qualità finale dell’produzione di olio extravergine19. Caratteristiche genetiche e fattori come maturazione delle olive, tecniche di estrazione, stoccaggio e filtrazione sono cruciali20.

Tecniche di raccolta specifiche per cultivar

Alcune cultivar richiedono tecniche di raccolta specifiche per preservare le loro proprietà organolettiche19. La combinazione tra cultivar, pratiche colturali e processi di lavorazione è essenziale per produrre oli di alta qualità20.

12 In Italia, si contano oltre 538 varietà di olivo per l’olio, ma solo poche sono adatte per il consumo alimentare. Le principali cultivar includono Leccino, Nocellara del Belice, Taggiasca, Casaliva, Coratina, Pisciottana, Moraiolo, Frantoio, Itrana, Carolea e Moresca, ognuna con caratteristiche uniche.

CultivarRegioni PrincipaliCaratteristiche
LeccinoToscana, UmbriaOli con note fruttate, leggeri e armonici.
Nocellara del BeliceSiciliaOli con sentori erbacei, amari e piccanti.
TaggiascaLiguriaOli delicati, fruttati e con bassa acidità.
CoratinaPugliaOli intensi, amari e piccanti, ideali per la cucina.

19 L’epoca di raccolta influisce notevolmente sulle caratteristiche dell’olio. Una raccolta precoce può portare a olio con proprietà eccessive, mentre olive mature producono olio più armonioso20.

19 Diverse tecniche di raccolta, come manuale, idraulici, pneumatici o macchine, possono alterare la qualità dell’olio.

“La sinergia tra cultivar, pratiche colturali e processi di lavorazione è fondamentale per ottenere oli extravergini di eccellenza.”

Cultivar Italiane nel Mondo: Esportazione e Adattamento

Le cultivar italiane, come il Leccino, il Frantoio e la Coratina, hanno conquistato il mondo esportando olive e olio extravergine di oliva21. Queste varietà si adattano bene a climi e terreni diversi, diffondendo la cultura olivicola italiana a livello globale22.

L’olivicoltura italiana ha una storia di sperimentazione e innovazione. Si è iniziato ad innestare gli oleastri con varietà selezionate per migliorare la produzione22. Prima della Seconda Guerra Mondiale, l’olivicoltura era prevalentemente promiscua, con piantagioni irregolari di 70-100 piante per ettaro22.

  1. Il lavoro di tesi si è concentrato su 15 accessioni di olivo dalla Sardegna in Puglia, in agro di Foggia22.
  2. Le accessioni sono state divise in tre gruppi principali in base alle caratteristiche morfo-vegetative e produttive:22
  • Gruppo 1: Piante di piccole dimensioni, chiome compatte e basse produzioni.
  • Gruppo 2: Piante di medie dimensioni con buone produzioni.
  • Gruppo 3: Piante alte e poco compatte con densità media della chioma.
  • Le accessioni Oncu 2 e Pala 3 sono state considerate le più interessanti per l’intensificazione colturale22.
  • Alcune accessioni presentavano parametri biometrici idonei per l’alta densità, anche se con produzioni di frutti di dimensioni varie22.
  • Sono stati condotti rilievi per valutare parametri biometrici, fenologici e produttivi delle accessioni22.
  • Oggi, le21 cultivar italiane rappresentano circa il 40% delle varietà esistenti nell’Unione Europea, con un valore di produzione di circa 86 milioni di euro21. L’olivicoltura italiana continua a conquistare il mondo, portando il suo patrimonio culturale e gastronomico in tutti i continenti.

    “L’olivicoltura italiana ha una lunga storia di sperimentazione e innovazione, con l’innesto degli oleastri con varietà selezionate per migliorare la produzione di olive.”22

    Nuove Frontiere dell'Esportazione

    La produzione italiana di olio d’oliva rappresenta solo il 15% della produzione mondiale21. Tuttavia, l’Italia e la Spagna insieme coprono quasi l’80% delle esportazioni mondiali di questo prodotto, con la Spagna che contribuisce al 60% e l’Italia al 20%21. Questa diffusione internazionale delle cultivar italiane è stata possibile grazie all’adattabilità di queste varietà e alla capacità di produrre oli di alta qualità anche in contesti climatici diversi da quelli d’origine.

    La ricerca e l’innovazione continuano a svolgere un ruolo cruciale nell’ampliare le frontiere dell’esportazione delle cultivar italiane23. I laboratori commerciali, come “Vitroplant Italia”, hanno sviluppato nuove tecniche di propagazione e coltivazione, consentendo la produzione e la diffusione di piante di diverse varietà italiane destinate all’esportazione23.

    L’olivicoltura italiana è un settore in costante evoluzione, dove le cultivar autoctone sono protagoniste di una straordinaria avventura globale. Portano il sapore e l’identità della tradizione olivicola italiana in tutto il mondo.

    Certificazioni DOP e IGP: Tutela e Valorizzazione delle Cultivar

    Le denominazioni di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP) sono cruciali per la tutela e valorizzazione delle cultivar italiane di oliva. Queste certificazioni assicurano l’origine e la qualità dei prodotti, preservando la biodiversità olivicola del Paese. L’Italia possiede più di 538 cultivar native di registrate24, evidenziando una ricchezza varietale senza pari.

    Il caso dell'Oliva di Gaeta DOP: storia e disciplinare

    L’Oliva di Gaeta DOP è un esempio di come le certificazioni DOP e IGP proteggano e valorizzino le cultivar italiane. Questa varietà campana ha un disciplinare di produzione che ne definisce le caratteristiche uniche. L’Italia ha 50 oli extravergine d’oliva certificati DOP e gestiti da 24 Consorzi di Protezione, con oltre 23.500 operatori nel settore25.

    Però, solo il 5% della produzione olivicola italiana è autenticamente italiana, proveniente da areali DOP e IGP24. Questo indica un grande potenziale di crescita per i prodotti certificati, che meritano di essere meglio valorizzati e riconosciuti dai consumatori.

    È necessaria una trasformazione culturale per garantire la certezza dell’origine dei prodotti DOP e IGP. È fondamentale evidenziare il legame con il territorio, la storia e l’unicità di ogni cultivar. Solo così sarà possibile aumentare il valore degli oli extravergine d’oliva italiani certificati e assicurare una giusta remunerazione ai produttori24.

    IndicatoreValore
    Varietà di olive DOP e IGP in Italia25Oltre 500
    Oli extravergine d’oliva DOP e IGP in Italia2650
    Consorzi di tutela per oli DOP e IGP2624
    Operatori del settore olivicolo2623,500
    Incidenza della produzione DOP e IGP sulla produzione nazionale255%
    Maggiore produttrice mondiale di olio d’oliva25Spagna (1,078 milioni di tonnellate)
    “Una vera e propria trasformazione culturale è necessaria per garantire la certezza dell’origine dei prodotti DOP e IGP, evidenziando il legame con il territorio, la storia e l’unicità di ciascuna cultivar.”

    Olivicoltura Sostenibile: Preservare la Biodiversità delle Cultivar

    Con i cambiamenti climatici e le sfide ambientali, l’olivicoltura italiana si trova di fronte a nuove sfide. È necessario affrontare la sostenibilità e la conservazione della biodiversità delle sue cultivar autoctone. Per rispondere a questa necessità, sono iniziati progetti per il recupero e la valorizzazione di varietà olivicole antiche a rischio di estinzione.

    Progetti di recupero di antiche varietà olivicole

    Enti di ricerca, associazioni e aziende del settore si sono uniti per reintrodurre e proteggere le cultivar storiche italiane. Queste iniziative sono cruciali per preservare la diversità olivicola del nostro Paese. L’Italia è leader nel mondo per la diversità olivicola, e questi progetti sono fondamentali per mantenerla viva.

    Il Presidio degli Olivi secolari di Slow Food è un esempio di come promuovere la coltivazione di questi alberi. Questo progetto mira a proteggere l’economia, il paesaggio e l’agricoltura italiana. Gli oliveti del Presidio adottano pratiche agronomiche sostenibili per prevenire l’erosione e gli smottamenti, specialmente in zone difficili.

    Il fine è quello di sensibilizzare i consumatori sull’importanza di scegliere oli extravergini d’oliva italiani sostenibili e di alta qualità. Questi prodotti aiutano a proteggere l’ambiente e la biodiversità italiana. Slow Food aggiorna regolarmente le aziende del Presidio, rendendo più riconoscibili e valorizzati gli oli prodotti.

    Questi progetti mettono in luce il legame tra territorio, varietà di olive e cultura locale. Sottolineano la biodiversità culturale e agricola. L’olio d’oliva italiano è sinonimo di sostenibilità e biodiversità, sia ambientale che sociale.

    “L’obiettivo ultimo è diffondere una cultura dell’olio che valorizzi l’immensa biodiversità olivicola italiana a livello economico, sociale ed ambientale.”
    ProgettoObiettivoRisultati
    Progetto Oleario di CREA27 Generare un’accelerazione di processi culturali nel settore olivicolo per favorire la conoscenza dell’olio extravergine d’oliva italiano da parte dei consumatori.27 Valorizzare le specifiche caratteristiche di ogni olio extravergine di oliva, in termini organolettici, nutrizionali e gustativi, al fine di garantirne la qualità.
    Presidio degli Olivi secolari di Slow Food28 Promuovere la coltivazione degli oliveti secolari per tutelare l’economia, il paesaggio e l’agricoltura italiana.28 Seguire buone pratiche agronomiche per evitare l’erosione e gli smottamenti dei terreni, specialmente in zone con pendenze o situazioni paesaggistiche complesse.

    Attraverso questi progetti, l’olivicoltura italiana si impegna a preservare la biodiversità delle sue cultivar. Valorizza il patrimonio olivicolo del Paese e promuove un modello di olivicoltura sostenibile. Ogni confezione di olio del Presidio può riportare il logo dell’iniziativa, rendendo riconoscibili e valorizzati gli oli prodotti.

    Il Futuro delle Cultivar Italiane: Ricerca e Innovazione

    La protezione e l’incremento del patrimonio di cultivar italiane richiedono ricerca e innovazione. I centri di ricerca e le aziende del settore si dedicano allo sviluppo di nuove varietà di olivo. Queste varietà devono essere più resistenti ai cambiamenti climatici e ai parassiti, assicurando la sostenibilità e la continuità della produzione olivicola nel futuro. I sforzi di ricerca, come quelli del CREA, sono cruciali per avanzare nel miglioramento genetico dell’olivo. Si concentra su studi di genetica e fenotipizzazione per creare varietà superiori, adatte ai cambiamenti ambientali e alle esigenze del mercato29.

    Nuove cultivar resistenti a cambiamenti climatici e parassiti

    Le nuove cultivar, frutto di selezione e miglioramento genetico, sono il futuro dell’olivicoltura italiana30. Varietà come Lecciana®, Olidia® e Arbequina emergono come soluzioni chiave per affrontare i cambiamenti climatici e le nuove minacce fitopatologiche29. Queste innovazioni permettono all’olivicoltura italiana di guardare al domani con fiducia, preservando la biodiversità delle sue cultivar autoctone e adattandosi alle esigenze del settore30.

    FAQ

    Qual è l’importanza dell’olivo per l’Italia?

    L’olivo è cruciale nel bacino del Mediterraneo e tra le prime sei colture al mondo. La sua diffusione in Italia sottolinea il suo valore per l’ambiente e la produzione. L’Italia è seconda nel mondo per esportazione e primo per consumo di olio d’oliva.

    Quante cultivar di olive esistono in Italia?

    In Italia si contano oltre 500 cultivar di olive, con una cinquantina DOP e IGP. Questa varietà, che rappresenta il 40% di quelle globali, è un’unicità nel mondo.

    Quali sono le principali regioni olivicole italiane?

    Le regioni olivicole principali in Italia sono la Toscana, la Liguria, la Puglia e la Sicilia. Ognuna ha cultivar tipiche e caratteristiche organolettiche uniche.

    Quali sono le cultivar più famose e diffuse in Italia?

    Tra le cultivar italiane più note si annoverano il Frantoio, il Leccino, la Coratina, la Taggiasca, la Nocellara del Belice e il Moraiolo.

    Cosa rende uniche le cultivar italiane?

    Le cultivar italiane sono uniche per l’adattamento secolare ai diversi territori e microclimi. Questo conferisce loro caratteristiche organolettiche distintive. Molte sono riconosciute con certificazioni DOP e IGP.

    Qual è l’importanza delle denominazioni DOP e IGP per le cultivar italiane?

    Le denominazioni DOP e IGP sono fondamentali per la tutela e valorizzazione delle cultivar italiane. Garantiscono origine e qualità, preservando la biodiversità olivicola.

    Quali sono gli sforzi per preservare la biodiversità delle cultivar italiane?

    Sono iniziati progetti per il recupero e la valorizzazione di varietà olivicole a rischio di estinzione. Questi progetti sono condotti da enti di ricerca, associazioni e aziende. L’obiettivo è reintrodurre cultivar storiche, proteggendo la ricchezza del panorama olivicolo.

    Quali sono le innovazioni per il futuro delle cultivar italiane?

    I centri di ricerca e le aziende lavorano allo sviluppo di nuove varietà di olivo. Queste varietà saranno più resistenti ai cambiamenti climatici e ai parassiti. L’obiettivo è assicurare la sostenibilità e la continuità della produzione olivicola a lungo termine.

    Link alle fonti

    1. Le cultivar italiane di olive: un mondo che non smette mai di stupire – https://www.brumi.it/en/cultivar-italiane-olive-mondo-smette-mai-stupire/
    2. L’evoluzione globale dell’olivicoltura – https://www.georgofili.it/download/683.pdf
    3. Cultivar e regioni, scoprire i sapori dei territori | Il Grand Food – https://ilgrandfood.it/cultivar-e-regioni-scoprire-i-sapori-dei-territori/
    4. Segreti dell’olio di oliva extravergine: le eccellenze delle regioni italiane – ITOLIO, solo olio italiano – https://itolio.it/segreti-dellolio-di-oliva-extravergine-le-eccellenze-delle-regioni-italiane/
    5. CULTIVAR: VARIETÀ DI OLIVE A CONFRONTO — Patrimonio italiano! – https://tholos-alcantara.com/cultivar-olive-a-confronto/
    6. Resa in olio, ecco le cultivar più produttive. Regione per regione – https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agronomia/2021/12/10/resa-in-olio-ecco-le-cultivar-piu-produttive-regione-per-regione/73470
    7. Olio toscano, qualità ed eccellenza extravergine – OlivYou Magazine – https://magazine.olivyou.com/gli-oli-della-toscana/
    8. Oliva taggiasca – https://it.wikipedia.org/wiki/Oliva_taggiasca
    9. Esegesi della Taggiasca: cultivar di olivo, ligure occidentale, da olio e da mensa | LIGURIA FOOD – https://www.liguriafood.it/2018/07/20/esegesi-della-taggiasca-cultivar-olivo-ligure-occidentale-olio-mensa/
    10. L’olio pugliese: un’eccellenza italiana – OlivYou Magazine – https://magazine.olivyou.com/l-olio-pugliese-un-eccellenza-italiana/
    11. L’Olio Pugliese, il pregiato Extra Vergine d’Oliva preferito dagli Italiani – https://www.turismovieste.it/oliopugliese/
    12. Varietà di Olive da Olio italiane: viaggio nelle Cultivar – https://www.sapordolio.com/blog/cultivar-e-varieta-di-olive-da-olio-italiane-n7
    13. Trentacinque cultivar di Olivo in Sicilia. Principali caratteristiche e diffusione – BRUMI – https://www.brumi.it/en/le-cultivar-di-olivo-in-sicilia/
    14. Dolce agogia – OlivYou Magazine – https://magazine.olivyou.com/dolce-agogia/
    15. Tipi Di Olive, le Più Diffuse In Italia – https://contedoro.com/tipi-di-olive-le-piu-diffuse-in-italia/
    16. Gli Artigiani e Piccoli Produttori e Gastronomie locali che collaborano con Foodoteka – http://foodoteka.com/botteghe
    17. Come Riconoscere le Varietà di Olivo | Angimbe Agricola Bioetica – https://olioangimbe.it/blogs/notizie/come-riconoscere-le-varieta-di-olivo
    18. Come riconoscere le varietà di olivo e di cultivar | Fratelli Carli – https://www.oliocarli.it/magazine/segreti-di-qualita/come-riconoscere-le-varieta-di-olivo
    19. Seminario “L’Olio Extravergine di Oliva” Relatore Zangari Dott. Agr. Aldo – https://www.oliosaccomani.it/blog-olio-di-oliva/seminario-lolio-extravergine-di-oliva-relatore-zangari-dott-agr-aldo/
    20. Impaginato Italus Hortus – https://iris.unipa.it/retrieve/279e4c1e-5dfa-4294-a5af-9979f59fc596/10447_58063.pdf
    21. Ismea_Quaderno Tematico 3 – Olio biologico – https://www.sinab.it/sites/default/files/share/SINAB_Quaderno tematico-La Filiera olivicola biologica.pdf
    22. PDF – https://tesi.univpm.it/retrieve/a59b756a-eaed-44d2-8962-c536e1e0f3ff/Tesi Pacilli Costantino Mario.pdf
    23. Produrre olivo per micropropagazione – Olivo e Olio – https://olivoeolio.edagricole.it/ricerca-scientifica/micropropagazione-olivo-in-vitro/
    24. Olio extravergine di oliva DOP e IGP: le tutele per il consumatore – https://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/42785-olio-extravergine-di-oliva-dop-e-igp-le-tutele-per-il-consumatore.htm
    25. Qualivita: “DOP IGP unico contrasto all’ibericizzazione dell’olivicoltura italiana” :: Fondazione Qualivita – https://www.qualivita.it/news/qualivita-dop-igp-unico-contrasto-allibericizzazione-dellolivicoltura-italiana/
    26. La produzione certificata di olio Dop Igp italiano equivale al 5% del totale nazionale – https://winenews.it/it/la-produzione-certificata-di-olio-dop-igp-italiano-equivale-al-5-del-totale-nazionale_527184/
    27. La cultura dell’olio – https://oleario.crea.gov.it/la-cultura-dellolio/
    28. Il nuovo Presidio degli olivi secolari – https://www.slowfood.it/il-nuovo-presidio-degli-olivi-secolari-difende-qualita-biodiversita-cultura-ambiente/
    29. Olivicoltura superintensiva, come va in Italia? – Olivo e Olio – https://olivoeolio.edagricole.it/oliveto-e-frantoio/olivicoltura-superintensiva-come-va-in-italia/
    30. Un’olivicoltura più imprenditoriale si può fare – https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agronomia/2024/06/11/un-olivicoltura-piu-imprenditoriale-si-puo-fare/84058

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